Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta di S. Giovanni d'Antro
Nome principale sloveno: Landarska jama
Numero catasto: 4
Numero catasto locale: 43FR
Numero totale ingressi: 1
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 4000 m
Dislivello positivo: 96 m
Dislivello totale: 96 m
Quota fondo: 350 m
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 10/12/2004
Presenza targhetta: Si Area geografica: Prealpi Giulie Comune: Pulfero Area provinciale: Udine Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 46,15103278 Lon. WGS84: 13,47308612 Est RDN2008/UTM 33N: 382090.17 Nord RDN2008/UTM 33N: 5111961.674 Quota ingresso: 350 m
Geologia e Geomorfologia
Caratteri fisiografici
Ubicazione: Prealpi Giulie
Area carsica: San Pietro al Natisone (C) Morfologia: rilievo montuoso Geomorfologia: versante Idrologia: corso d'acqua perenne (attuale) Contesto attuale: roccioso Distanza dal mare: >10000 m Distanza da fonte d'acqua: <500 m Note caratteri fisiografici:
La cavità si sviluppa in un bancone carbonatico (megastrato del Monte Ioanaz) all'interno del Flysch del Grivò
Caratteri interni
Andamento: Tratti verticali e orizzontali alternati
Pozzi: Sì
Planimetria: articolata: più vani
Ampiezza piano calpestabile: 300 mq il tratto ini m
Tipologia terreno calpestabile: roccioso affiorante/subaffiorante
Crolli recenti: No
Grotta turistica: Sì Concrezionamento: significativo Acqua interna: Sì Note caratteri interni:
Il primo tratto è occupato da una chiesetta e da altre strutture antropiche in parte fortificate
Ingressi
Ingresso 1
Lat. WGS84: 46,15103278
Lon. WGS84: 13,47308612
Quota ingresso: 350 m s.l.m.
Morfologia: parete
Terreno superficie esterna: roccioso affiorante/subaffiorante
Archeologia
Data
1893-1898Autore
Achille TelliniConservati
NoPubblicati
SiNote
A. Tellini (1899b) compì quattro escursioni nella cavità nel periodo compreso tra il 1893 e il 1898 per un percorso complessivamente investigato pari a 342 m. Vennero praticati alcuni sondaggi nel deposito di terriccio localizzato in corrispondenza del ripiano a sinistra dell'ingresso "in parecchi punti fino alla roccia" (Tellini 1899b, p. 20). Numerosi resti di Ursus speleus ("Ursus ligusticus") vennero inoltre raccolti in superficie a circa 250 m dall'ingresso (Tellini 1899b, p. 24). Altre esplorazioni vennero compiute nel 1885 “dai signori geometri Enrico Peruzzi di Vicinale di Buttrio e Lodovico Quarina di Vernasso, allora studenti dell’Istituto Tecnico”, che non avanzarono però oltre il settore dei laghetti a circa 100-175 m dall’ingresso a causa delle difficoltà tecniche incontrate (Tellini 1899b, p. 21).Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Stratigrafia: no
Area indagine: parziale
Cronologia: Pleistocene, Età romana?, Età Postmedievale
Materiali
Ceramici: "frammenti di embrici romani"
Metallici: "una moneta in rame della Repubblica Veneta e pezzetti inconcludenti di ferro".
Paleontologici: numerosi resti di Ursus spelaeus ("Ursus ligusticus") rinvenuti a circa 250 m dall'ingresso: 1 branca mandibolare sinistra, 1 atlante, 2 cubiti sinistri, 1 femore destro e 1 femore sinistro
Bibliografia: Dalla Vecchia 2008; Quarina 1952; Dal Piaz 1928; Fabiani 1919; Gortani 1908; Tellini 1899b.
Depositi materiale
Situazione dei materiali: parzialmente dispersi
Denominazione deposito: ?
Indirizzo deposito: ?
Note
I frammenti di embrici romani e i manufatti metallici risultano dispersi. In assenza di dati documentali puntuali relativi alla provenienza, non è possibile stabilire se i resti di Ursus spelaeus rinvenuti da A. Tellini (1899b) e poi descritti da M. Gortani (1908) siano attualmente compresi tra quelli trasferiti dalle collezioni del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano a quelle del Museo Friulano di Storia Naturale.Data
?Autore
Circolo Speleologico e Idrologico FriulanoConservati
SiPubblicati
NoNote
Rinvenimenti occasionali avvenuti nel corso della seconda metà del Novecento.Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Stratigrafia: no
Cronologia: Protostoria, Età Romana?, Età Medievale
Periodo: Età del Bronzo (Bronzo Medio-Recente, Bronzo Finale/Prima età del Ferro)
Materiali
Ceramici: periodo protostorico: complesso di olle tra cui si distinguono: 1 olla con orlo everso, bordo tagliato obliquamente verso l'esterno; 1 olla con attacco di ansa e decorazione plastica all'ansa a cordone liscio ad andamento curvilineo; 1 olla con orlo everso e bordo arrotondato; 1 olla con decorazione incisa a linee oblique su superficie esterna in corrisp. della spalla; Periodo Alto Medievale: complesso di olle con orlo esoverso e arrotondato e corpo globulare decorato con onde incise.
Litici: schegge (ca 110), 2 nuclei in selce
Metallici: 1 coltello, a codolo, rastremato, a sezione quadrangolare; 2 frr di fascetta rettangolare; 1 fr di strumento (ferro di cavallo?)
Paleontologici: resti di Ursus spelaeus (vertebre, costole, denti, mandibola destra, femore, ossa lunghe, falangi), resti indet.
Antropologici: denti: 2 incisivi, 1 premolare, 1 molare
Osso/Corno: 1 frammento osseo con tacche oblique incise
Bibliografia: Borzacconi 2020; Maddaleni 2018, 2017; Rupel 2006, 2000; Bressan 1987a; Brozzi 1950
Depositi materiale
Situazione dei materiali: conservati
Denominazione deposito: Museo Friulano di Storia Naturale; Circolo Speleologico e Idrologico Friulano; Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli?
Indirizzo deposito: via Sabbadini n. 22-32, 33100-Udine; via A. Diaz n. 58, 33100-Udine; piazza Duomo n. 13, 33043-Cividale del Friuli (Ud)
Note
La provenienza dei denti umani risulta incerta (Bressan 1987a). Nel 1997, in un punto non meglio precisato posto al di sotto della Grotta, venne rinvenuta una fibula con arco a noduli attribuita al periodo medio La Tène (collezione MAN di Cividale del Friuli). A rinvenimenti occasionali effettuati in anni imprecisati dal Circolo Speleologico e Idrologico di Udine si riferisce il rinvenimento, in corrispondenza della cascata che scorre nei pressi della cavità, di 19 reperti metallici frammentari riferibili a chiodi e "punte di coltelli" (collezione CSIF).Descrizione e rilievo
Breve descrizione del percorso d'accesso
Dal paese di Antro (Comune di Pulfero) si procede a piedi per una piccola strada che in circa 10 minuti porta alla chiesa in cui si apre la cavità.
Descrizione dei vani interni della cavità
Conosciuta da moltissimi anni, la Grotta di San Giovanni d'Antro era già stata utilizzata in epoca romana, come confermano gli embrici e i laterizi ritrovativi. La caverna e le sue vicinanze vennero in seguito fortificate, ed in tale castello si crede sia stato tenuto prigioniero dal re Liutprando il duca Pemmone dopo la sua cacciata da Cividale. Più tardi veniva costruita la Chiesa e nel 1001 la scalinata di pietra che vi conduce.
L'attuale aspetto delle opere murarie che chiudono l'ingresso della cavità si deve all'opera dell'architetto Andrea di Lack che vi costruì l'abside gotica-carinziana nel 1477.
La grotta è una lunga risorgiva temporanea che si addentra nel monte, al contatto fra la brecciola calcarea ed i sottostanti strati di marne, in direzione NNO. In tempo di forti piogge è percorsa da un cospicuo corso d'acqua e numerosi laghetti, presenti anche in periodo di magra, rendono un po' difficoltosa la visita della cavità. In questi ultimi anni è stata attrezzata turisticamente: un comodo sentiero è stato costruito fino al bivio, circa 280 metri dall'ingresso ed è illuminato da un impianto di luce elettrica.
Nel corso delle più recenti esplorazioni sono stati completati alcuni dei Rami delle vaschette a cui si sono aggiunti quelli allagati del ruscello finale ed alcuni cunicoli che si ricollegano al Ramo principale dopo aver descritto un intricato dedalo. E' stata trovata una terza comunicazione fra il vecchio Ramo principale e quelli scoperti nel 1974: alla base del Camino finale, infatti, esiste uno stretto passaggio che sbuca in un ramo attivo inferiore ai Rami degli insetti e che si ricollega a questi tramite un pozzo-camino. Sono stati anche rilevati alcuni piccoli rami laterali.
Verificata la non coerenza tra rilievo planimetrico e spaccato, onde evitare di collegare in modo non appropriato le nuove prosecuzioni, si è dovuto procedere a rifare dall'inizio il rilievo. Questa prima revisione comprende: Ramo iniziale, Ramo destro, Sala Lazzarini, Ramo Lazzarini, Rami delle vaschette, Labirinto dell'eremita, Ramo del secondo ruscello, Ramo delle diramazioni. Mancano e sono in fase di riesplorazione e rilievo, la Sala Tellini e i Rami delle vaschette. La riesplorazione di tutti i rami, compreso quello turistico, ha portato alla scoperta di nuovi rami, più o meno significativi. L'unico ramo interamente nuovo è il Ramo del secondo ruscello che è stato rilevato per uno sviluppo di 42 metri. Questo angusto ramo è percorso da un ruscello, per cui per la continuazione dell'esplorazione, dobbiamo attendere periodi di particolare siccità. Sono stati inoltre risaliti il Camino Lazzarini per 29 metri e il Camino della speranza, a lato del Ramo delle vaschette, per 46 metri, oltre all'esplorazione di numerosi pozzi nel Ramo delle diramazioni.