Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta del Diavolo zoppo
Numero catasto: 39
Numero catasto locale: 225VG
Numero totale ingressi: 1
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 34 m
Profondità: 8,5 m
Dislivello totale: 8,5 m
Quota fondo: -5,5 m
Ingresso principale
Presenza targhetta: No
Area geografica: Carso Goriziano
Comune: Monfalcone
Area provinciale: Gorizia
Metodo rilevamento: GRAFICO -> Riconoscimento su carta
Lat. WGS84: 45,78990111
Lon. WGS84: 13,56607133
Est RDN2008/UTM 33N: 388548.395
Nord RDN2008/UTM 33N: 5071704.258
Quota ingresso: 3 m
Geologia e Geomorfologia
Caratteri fisiografici
Ubicazione: Bassa pianura
Morfologia: rilievo collinare
Geomorfologia: rilievo isolato
Contesto attuale: antropizzato
Distanza dal mare: <1.000 m
Distanza da fonte d'acqua: <500 m
Note caratteri fisiografici:
La grotta, oggi scomparsa, si apriva in una modesta collinetta spianata per dare spazio alla zona industriale del Lisert. Consisteva in una esigua galleria.
Caratteri interni
Andamento: Semplice orizzontale
Pozzi: No
Planimetria: articolata: più vani
Ampiezza piano calpestabile: m
Grotta turistica: No
Acqua interna: No
Note caratteri interni:
Ingressi
Ingresso 1
Lat. WGS84: 45,78990111
Lon. WGS84: 13,56607133
Quota ingresso: 3 m s.l.m.
Archeologia
Data
1886Autore
Karl MoserConservati
NoPubblicati
SiNote
Moser effettuò solo una visita in questa cavità.Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Cronologia: Preistoria
Periodo: Neolitico?
Materiali
Ceramici: manufatti non determinati.
Bibliografia: Moser 1899; Flego, Župančič 2012
Note
L'attribuzione della ceramica al Neolitico fu proposta da Moser, che segnalò anche la presenza di una breccia ossifera.Data
Fine '800Autore
?Conservati
NoPubblicati
-Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Cronologia: ?
Materiali
Antropologici: Alcune ossa e un teschio.
Bibliografia: Gherlizza, Halupca 1988
Note
Alla base del teschio era concrezionata una stalagmite lunga 15 cm e larga 6.Descrizione e rilievo
Descrizione dei vani interni della cavità
La grotta, ora distrutta, era un tempo assai nota nella cittadina di Monfalcone per alcune dicerie che la volevano nascondiglio di favolosi tesori. Si racconta che attorno al 1730 un gruppo di villici si avventurò nel sotterraneo, con il fermo proposito di impadronirsi delle ricchezze colà riposte, ma l'apparizione di un uccello mostruoso che si avventò loro contro li mise in fuga e, nel volgere di pochi giorni, tutti illanguidirono e morirono per causa oscura.
Il nome di Grotta del Diavolo Zoppo deriva da una graziosa leggenda secondo la quale la grotta era un tempo abitata da un angelo e dal diavolo, i quali custodivano un forziere colmo d'oro; venuti in disaccordo sulla destinazione da dare al tesoro, i due si scapigliarono ed il diavolo ebbe la meglio, ma tentando di fuggire con il forziere, questo gli cadde addosso storpiandogli una gamba.
Nel 1890 alcuni notabili di Monfalcone intrapresero un'accurata ricerca, coadiuvati da alcuni lavoranti, e venne frugato invano ogni recesso dell'antro che risultò di modesta estensione. In quell'occasione vennero rinvenuti un teschio ed altri frammenti ossei, certamente di epoca assai remota, a giudicare dalle incrostazioni calcaree che li ricoprivano.
Dopo la prima guerra mondiale sorse nei pressi della grotta un cementificio, e la materia prima per la produzione venne tratta mediante lo sbancamento della bassa collina del M. S. Antonio, ridotta oggi ad un lembo insignificante. Scomparve così la Grotta del Diàul Zot e ben pochi ricordano la sua esistenza e la curiosa leggenda, forse la più bella tra le poche tramandate sulle grotte della Venezia Giulia.
Bibliografia
Leben F.
Inštitut za arheologijo ZRC SAZU (1978)
Collocazione: Arheološki vestnik, 29: 13-35, Ljubljana (Slo)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo l'autore offre una rassegna riassuntiva sulla vita spirituale e materiale degli uomini tra il Neolitico e l'età del ferro nel territorio delle Alpi sudorientali. Sono presi in esame i rinvenimenti di sepolture o resti scheletrici e di oggetti di culto, motli riguardano grotte del Carso.
Guidi P., Torelli L.
Commissione Grotte “Eugenio Boegan” (2017)
Collocazione: Atti e Memorie della Commissione Grotte “Eugenio Boegan”, 47 : 109-134, Trieste
Link: https://www.boegan.it/wp-content/uploads/2017/05/09_LE-RICERCHE-SPELEOLOGICHE.pdf
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Breve storia delle ricerche speleologiche condotte nella zona delle fonti del Timavo, dagli inizi (1899) al primo decennio del XXI secolo, che hanno portato un notevole contributo alla conoscenza del fenomeno carsico ipogeo della zona. Vengono inoltre fornite indicazioni di interesse storico-archeologico. Chiudono il lavoro cenni descrittivi delle cavità che vi si aprono e un’essenziale bibliografia di riferimento.
Faraone E.
Società Alpina delle Giulie (1969)
Collocazione: Alpi Giulie, 64: 22-26, Trieste
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
La grotta, oggi scomparsa, si apriva nella modesta collinetta dove un tempo sorgeva la chiesetta di S. Antonio Abate, nei pressi delle terme romane di Monfalcone. Il Moser, che esplorò la cavità, rilevò una breccia ossifera e un deposito neolitico.