Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta del Monte Brischis
Nome principale sloveno: Jasbina
Numero catasto: 3351
Numero catasto locale: 1739FR
Numero totale ingressi: 1
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 9,5 m
Profondità: 2 m
Dislivello totale: 2 m
Quota fondo: 214 m
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 07/05/2011
Presenza targhetta: Si Area geografica: Prealpi Giulie Comune: Prepotto Area provinciale: Udine Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 46,06633333 Lon. WGS84: 13,50338889 Est RDN2008/UTM 33N: 384252.97 Nord RDN2008/UTM 33N: 5102506.388 Quota ingresso: 216 m
Geologia e Geomorfologia
Caratteri fisiografici
Ubicazione: Collio
Area carsica: San Leonardo (C) Morfologia: rilievo collinare Geomorfologia: ripiano – terrazzo Contesto attuale: boschivo Distanza dal mare: >10000 m Distanza da fonte d'acqua: <500 m Note caratteri fisiografici:
Caratteri interni
Andamento: Semplice orizzontale
Pozzi: No
Planimetria: articolata: più vani
Ampiezza piano calpestabile: 50 m2 m
Tipologia terreno calpestabile: sabbioso prevalente
Crolli recenti: No
Grotta turistica: No
Concrezionamento: scarso / assente
Acqua interna: No
Note caratteri interni:
Ingressi
Ingresso 1
Lat. WGS84: 46,06633333
Lon. WGS84: 13,50338889
Quota ingresso: 216 m s.l.m.
Morfologia: piede di parete
Terreno superficie esterna: roccioso affiorante/subaffiorante
Archeologia
Data
1977Autore
Musei Provinciali di Gorizia, Sopr. Arch. VenetoConservati
SiPubblicati
SiNote
Sondaggio di scavo. La prima segnalazione della presenza di materiali archeologici (frammenti ceramici, industria litica) nella cavità, anche nota come Grotta di Cladrecis, avvenne nel 1977 nel corso di attività speleologiche condotte da M. Tavagnutti del Gruppo Speleologico "L. V. Bertarelli" - Sezione CAI Gorizia. In seguito, sotto la direzione di U. Furlani dei Musei Provinciali di Gorizia, venne organizzato un sondaggio di scavo nel cunicolo occidentale della cavità. Il deposito, che si presentava fortemente disturbato a causa della presenza di tane e cunicoli di animali fossatori, venne investigato fino alla quota massima di 1.40 m di profondità, in corrispondenza del limite superiore di un livello definito dagli scavatori come indisturbato.Indagine
Tipologia di indagine: scavo stratigrafico
Stratigrafia: sì
Affidabilità della stratigrafia: bassa Area indagine: parziale Settore: cunicolo occidentale Cronologia: Preistoria, Protostoria, Epoca storica Periodo: Mesolitico-Neolitico Antico, Bronzo Antico, Età romana-Medioevo Attribuzione culturale: facies di Polada
Materiali
Ceramici: oltre a numerosi frammenti ceramici si segnalano due recipienti ricomposti, pressoché integri (riferibili al Bronzo Antico): 1 scodellone ad impasto semifine con orlo diritto e bordo arrotondato, anse impostate sotto all'orlo e foro di riparazione; 1 boccale a corpo globoso ad impasto semifine con ansa a nastro impostata tra orlo e collo segnato a tratti da una risega
Litici: strumenti (genericamente riferibili al Mesolitico-Neolitico su base tipologica): grattatoi (corti e subcircolari), strumenti a ritocco erto, bulini, microbulini e tra i geometrici, trapezi e 1 romboide
Botanici: "frustoli e grumi carboniosi"
Osso/Corno: 1 spatola in materia dura animale (corno di cervo)
Bibliografia: Martina et alii 2020; Visentini 2020b; Tavagnutti 1980; Tavagnutti, Furlani 1978; Tavagnutti 1977a, b.
Depositi materiale
Situazione dei materiali: conservati
Denominazione deposito: Musei Provinciali di Gorizia
Indirizzo deposito: Borgo Castello n. 13, 34170-Gorizia
Note
Tra i materiali rinvenuti si segnalano anche: una conchiglia (Columbella rustica?) e alcuni frammenti di ocra. Tali materiali, insieme alla spatola in osso, vennero recuperati in associazione al boccale a corpo globoso, una volta approfondito lo scavo sino alla profondità di circa 1.35-1,40 m dal piano di calpestio iniziale. Dal livello sommitale provengono inoltre frammenti di ceramica lavorata al tornio e attribuita genericamente all'epoca storica (Età tardo romana e altomedievale).Data
1981-1983Autore
Università degli Studi di Trieste-Ist. di Storia Antica, Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, Sopr. Arch. FVGConservati
SiPubblicati
SiNote
Sondaggi di scavo. Negli anni 1981-1982 vennero aperte 2 trincee in corrispondenza del vano centrale della cavità: "Trincea A" (dimensioni: 2x2 m) lungo la parete ovest, "Trincea B" (5.40x1 m) a circa 2 m di distanza dalla prima verso il centro del vano. Nella campagna 1983 la "Trincea B" venne ulteriormente approfondita con l'apertura di una trincea contigua (dimensioni: 4x1 m) e venne inoltre realizzato un limitato sondaggio nell’area antistante l’ingresso in base al quale fu possibile verificare la sostanziale corrispondenza della successione stratigrafica tra interno/esterno della cavità. La stratigrafia messa in luce risulta articolata in 4 livelli (US1-US4) di cui US1 ha restituito reperti ceramici riferibili ad una frequentazione di epoca storica (Età romana-Medioevo).Indagine
Tipologia di indagine: scavo stratigrafico
Stratigrafia: sì
Affidabilità della stratigrafia: media Area indagine: parziale Settore: vano centrale Strato: US2-Us4 Cronologia: Preistoria, Protostoria, Epoca storica Periodo: Mesolitico-Neolitico Antico, Eneolitico-Bronzo Antico, Età romana-Medioevo
Materiali
Ceramici: circa 2000 frammenti ceramici. Tra le forme si riconoscono: grandi recipienti a pareti quasi verticali, recipienti a bocca rientrante, recipienti a bocca larga e orlo rientrante o leggermente svasato, 1 scodella troncoconica. Tra gli elementi plastici: anse a nastro verticale, bugne forate-subcutanee, grosse prese a linguetta. Tra le decorazioni: impressioni digitali o a tacche sull'orlo; serie continue di impressioni digitali o di punzonature al di sotto dell'orlo; motivi incisi attestati in singoli casi (a "triangolo aperto", singolo o doppio e sovrapposto); decorazione "a spazzolatura" (o Besenstrich). Tra le decorazioni plastiche: cordoni plastici lisci (orizzontali ed obliqui) e orizzontali a impressioni digitali.
Litici: industria litica in selce: strumenti a ritocco erto (classe prevalente, tra cui becchi, troncature, punte e lame a dorso, dorsi e troncature), bulini (semplici, su ritocco, 1 multiplo), grattatoi (frontali, a muso, carenati), geometrici (trapezi prevalenti, triangoli, romboidi, 1 segmento di semiluna), lame, lame-raschiatoio, microbulini. Si segnalano anche strumenti foliati (scavo 1983): 4 frammenti di foliati, 1 punta foliata a base semplice.
Paleontologici: tre classi principali: animali domestici (41.1%) quali Bos taurus, Ovis aries, Capra hircus, Sus scrofa, Canis familiaris; grandi selvatici (34.5%) quali Cervus elaphus, Capreolus capreolus, Sus scrofa, Ursus arctos, Equus caballus?; piccoli selvatici (24.4%) quali Lepus europaeus, Vulpes vulpes, Meles meles, Felis silvestris, Castor fiber, Martes sp.. Sono inoltre presenti: Arvicola sp., Talpa sp., Erinaceus europaeus, Glis glis, Mustelidae, Aves sp., molluschi (1 Helix sp., 1 Unio cfr., 2 piccoli gasteropodi).
Botanici: frustoli di carbone
Osso/Corno: 4 punteruoli in osso di cui 1 con epifisi basale (US2); 1 arpione frammentario a doppia fila di denti in corno (US2) e 1 ascia con taglio lustrato da usura (US2).
Bibliografia: Martina et alii 2020; Visentini 2020b; Visentini 2019; Montagnari 1983-1984; Riedel 1983-1983; Montagnari 1983; Stacul 1983a, b, c; Stacul, Montagnari Kokelj1983; Montagnari 1981.
Analisi
ArcheozoologiaDepositi materiale
Situazione dei materiali: conservati
Denominazione deposito: Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli
Indirizzo deposito: piazza Duomo n. 13, 33043-Cividale del Friuli (Ud)
Note
Nel corso degli scavi 1981-1982 sono stati recuperati anche alcuni reperti in pietra pesante: 1 lastra in pietra (US2), 1 frammento di macina in arenaria con faccia concava lisciata, 3 ciottoli fluitati di forma ovale con tracce di percussione alle estremità (percussori) (US2?); 1 ascia in pietra verde (US3).Descrizione e rilievo
Breve descrizione del percorso d'accesso
La cavità è ubicata a Sud di Cladrecis, su un modesto rilievo ad E del paese, una ventina di metri più in alto del torrente Nestadiuzza.
Descrizione dei vani interni della cavità
La Grotta di Monte Brischis risulta essere di notevole importanza da un punto di vista archeologico: essa si apre nei calcari biancastri del Senoniano superiore.
La cavità, che al momento della scoperta non aveva destato particolare interesse, venne rivisitata per la realizzazione del rilievo topografico: in quell'occasione, furono scoperti una serie di cocci di ceramica lavorati a mano ed in modo piuttosto grossolano, che denunciavano una chiara origine preistorica. La grotta fu certamente abitata dall'uomo e probabilmente per un lungo periodo di tempo, vista l'abbondanza di materiale litico trovato nel corso degli scavi successivi.
La cavità è costituita da un primo vano semicircolare alto mediamente 1 metro e 70 centimetri, comunicante con l'esterno attraverso un'apertura a forma d'arco. Sul fondo e lateralmente a questo vano si aprono due cunicoli che, prima degli scavi archeologici, avvenuti negli anni settanta, permettevano a malapena il passaggio di una persona.
Di particolare interesse, è il fatto che l'apertura della grotta è rivolta verso mezzogiorno, il che fa si che la luce solare vi penetri all'interno. Questo dato, unitamente alla presenza di una sorgente perenne nei pressi della caverna, ha potuto senz'altro facilitare l'insediamento umano in questo sito ipogeo.
NOTA
La grotta in un primo momento era stata denominata "Grotta di Cladrecis"; in seguito il nome fu tramutato in "Grotta del Monte Brischis".
Fotografie/immagini
Bibliografia
Franco C. (2011)
Collocazione: Società per la Preistoria e Protostoria della Regione Friuli-Venezia Giulia. Quaderno, 13: 1-280, Trieste
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Monografia che propone una revisione e un aggiornamento dei dati archeologici e delle problematiche culturali (identità culturale e distribuzione territoriale) connesse agli ultimi gruppi di cacciatori-raccoglitori diffusi in Italia nel corso del Mesolitico Recente (o Castelnoviano), agli inizi dello stadio climatico Atlantico. I limiti cronologici della ricerca vengono riconosciuti come compresi tra la più antica comparsa crono-stratigrafica di nuove componenti tecno-tipologiche nell'industria litica che segnano il superamento dello stadio Boreale (stadio FA del Riparo Gaban: 7971±42 uncal BP) e la più recente e sicura datazione assoluta associata ad uno strumento a trapezi proveniente da un contesto a-ceramico (Lama Lite II: 6620±80 uncal BP). Tra i contesti mesolitici localizzati nel territorio friulano sono presenti numerosi riferimenti al Riparo di Biarzo, sebbene le datazioni radiometriche disponibili si riferiscano esclusivamente alla frequentazione Tardoglaciale del sito, e secondariamente, alla Grotta di Cladrecis.
Radmilli A.M.
Società per la Preistoria e Protostoria della Regione Friuli-Venezia Giulia (1983)
Collocazione: Atti della Società per la Preistoria e Protostoria della Regione Friuli-Venezia Giulia, 4 (1978-1981): 73-88, Pisa
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Revisione critica di alcuni studi di ambito preistorico di recente pubblicazione aventi ad oggetto contesti archeologici regionali, con considerazioni anche più ampie, attinenti ai metodi e finalità della ricerca archeologica in sé. Dopo aver passato in rassegna numerosi studi relativi al Carso triestino, l'A. affronta il caso del castelliere di S. Quirino e la Grotta di Cladrecis, limitatamente alla questione della presenza di industrie di tradizione mesolitica in ambiti culturali dell'età del Bronzo. In relazione alla grotta di Cladrecis, l’A. ritiene in particolare che l’ipotesi interpretativa avanzata da altri studiosi, quella della persistenza di tradizioni mesolitiche precedenti motivata da ragioni economiche contestuali (la pratica venatoria) in virtù di un fenomeno di “attardamento”, non possa sussistere, presupponendo questa un “salto” cronologico che non tiene in debito conto le culture del Neolitico ed Eneolitico nel frattempo sviluppatesi.
Montagnari Kokelj M., Bernardini F., Boscarol C., Velušček A.
BAR. British Archaeological Reports. International series. Archaeopress (2013)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo si offre una sintesi degli studi interdisciplinari condotti a partire dagli anni 1990 nei territori posti all’estremità dell'Italia nord-orientale, corrispondenti al Carso classico (triestino e goriziano), Prealpi/Alpi Giulie e Carniche e Alpi di Tolmezzo in cui complessa risulta la ricostruzione delle dinamiche culturali attive nel corso della Preistoria recente (VI-inizi II millennio a.C.), priva di sequenze crono-culturali definite e strutturate per ragioni ricondotte sia alle differenze fisiografiche dei vari territori che alla storia delle ricerche archeologiche. L’individuazione di alcune tematiche trasversali, quali la circolazione di materiali esotici (litici in particolare), la viabilità e l’economia pastorale di lunga durata hanno però consentito di superare tale frammentazione e di tracciare delle interconnessioni tra questi territori geograficamente distinti, individuando alcuni tratti comuni nell’evoluzione culturale. Nella discussione sono presenti specifici riferimenti ad alcuni siti in grotta (Velika Jama, Šuošteriova Jama, Grotta di Cladrecis e Riparo di Biarzo) compresi tra i principali contesti di riferimento per la ricostruzione delle fasi di evoluzione culturale delle Valli del Natisone tra Neolitico ed Età del Bronzo e per la definizione dei contatti e scambi (a breve, media e anche lunga distanza) nel tempo intercorsi sia a livello regionale che extra-regionale.
Stacul G.
Istituto per l'Enciclopedia del Friuli-Venezia Giulia (1983)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Resoconto generale sulle conoscenze disponibili in relazione al periodo in esame. Per il Friuli, area in cui le ricerche sistematiche vengono definite ancora agli inizi, vengono citate solo le stazioni all'aperto sul Livenza (Fagnigola e Palù) e la Grotta di Cladrecis.
Pessina A.
Consorzio Universitario del Friuli (2007)
Collocazione: In: Pessina A., Vinciguerra G. (a cura di), Preistoria del Friuli, 85 pp., Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Manuale bilingue (italiano-friulano) dedicato alla Preistoria in Friuli, realizzato allo scopo di far dialogare le esigenze istituzionali della scuola con le acquisizioni della didattica e con gli orizzonti più aggiornati della ricerca scientifica. Nella parte dedicata a Paleolitico e Mesolitico la discussione approfondisce, tra gli altri, alcuni aspetti connessi ai rinvenimenti occorsi alle Grotte Verdi (Altopiano di Pradis) e al Riparo di Biarzo (Valli del Natisone). Solo brevemente menzionata appare inoltre la Grotta di Cladrecis, in relazione al recupero (come a Biarzo) di un esemplare di arpione in materia dura animale a doppia fila di denti. Il manuale risulta completato da una serie di schede didattiche.
Guidi P. (a cura di)
Circolo Speleologico e Idrologico Friulano, Provincia di Udine (1997)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel capitolo "Antropospeleologia", uno specifico paragrafo, a cura di Muscio, viene riservato alla discussione dei dati bibliografici disponibili in letteratura in merito alle ricerche speleologiche in cavità del Friuli associate ad evidenze di tipo paletnologico e/o paleontologico. I titoli recensiti vengono forniti secondo un elenco analitico per autore, composto di 194 voci in totale, che riprende e aggiorna il precedente lavoro bibliografico redatto da Guidi (1973). Di ciascuna voce bibliografica vengono forniti: brevi indicazioni sulle evidenze (paletnologiche e/o paleontologiche) più significative emerse, note riassuntive dei principali argomenti trattati, indicazione degli specifici contesti in grotta menzionati, citati secondo il numero identificativo del Catasto Grotte del Friuli (sigla Fr).
Maddaleni P.
Museo Friulano di Storia Naturale (2017)
Collocazione: Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 38: 85-120, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo viene offerta una prima revisione sistematica dei dati disponibili per le circa 50 principali cavità di interesse paleontologico e paletnologico attestate in Friuli. Alla ricchezza dei siti (grotte e ripari) presenti in tale comparto territoriale contraddistinto da una peculiare conformazione geologica, si associa una disomogenea e talora lacunosa disponibilità di dati, a volte inediti e spesso giunti a noi privi dei necessari riferimenti contestuali oltre che di datazioni radiometriche, in quanto frutto di ricerche datate, svoltesi a partire dalla fine dell’Ottocento-primi del Novecento. Se nella maggior parte dei casi l’inquadramento crono-culturale dei siti può oggi basarsi solo sull’analisi tipologica dei materiali a noi giunti (ceramica, industria litica in primis), casi-studio di particolare interesse sono rappresentati dal Riparo di Biarzo, Grotta di Cladrecis e alcune cavità dell’Altopiano di Pradis (Grotta del Clusantin, Grotta del Rio Secco) oggetto in anni recenti di scavi sistematici e studi post-scavo multidisciplinari. Nel contributo l’avvio della revisione della bibliografia e dell’analisi delle collezioni di materiali conservati presso diversi Istituzioni (Museo Friulano di Storia Naturale e Circolo Speleologico e Idrologico Friulano) viene inteso quale primo passo di progetto di più ampia portata focalizzato sullo studio delle grotte in Friuli che dovrà necessariamente prevedere anche la programmazione di nuove ricerche sul territorio. Nella parte conclusiva del lavoro viene fornito anche un elenco delle cavità che hanno restituito solo reperti faunistici olocenici.
Vitri S.
Quaderni della Sezione Archeologica del Castello del Buonconsiglio (1997)
Collocazione: In: Endrizzi L., Marzatico F. (a cura di), Ori delle Alpi, Catalogo della Mostra, Trento 1997, 6: 565-569, 580., Trento
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
L'A. ripercorre le varie fasi del popolamento umano pre- protostorico del comprensorio delle Alpi orientali (Alpi e Prealpi Carniche e Giulie), per il quale riconosce, soprattutto in relazione ad alcuni periodi, la disponibilità di una limitata documentazione archeologica, non rispondente all'importanza geografico-culturale dell'area, percorsa da numerose direttrici naturali di collegamento tra Alto Adriatico ed Europa centro-orientale. Numerosi sono i contesti in grotta menzionati, solo nel caso del Riparo di Biarzo e del Ciòndar des Paganis con più ampi riferimenti. Da questi due siti provengono inoltre alcuni dei reperti esposti in Mostra, descritti in apposite schede del Catalogo.
Buora M.
Società Filologica Friulana (1999)
Collocazione: In: Costantini E., Mattaloni C.., Pascolini M. (a cura di), "Cividât". 76° Congr. della Soc. Filologica Friulana, Cividale settembre 1999, I: 13-15, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Ampi sono i riferimenti al Riparo di Biarzo, i cui depositi pluristratificati attestano il più antico popolamento dell'area nel corso dell'Epigravettiano (Paleolitico Superiore finale) e giungono sino al Mesolitico e Neolitico. Sempre al Mesolitico l'A. riferisce la presenza di strumenti litici rinvenuti presso la Grotta di Cladrecis, solo brevemente menzionata. Al periodo compreso tra il III-inizi II millennio a.C., contraddistinto da un nuovo interesse per l'area, dopo il ruolo marginale svolto nel corso del Neolitico, viene riferita la frequentazione della Velika Jama.
Petricig P.
Cooperativa Lipa ed. (1998)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Studio sulla Pre-Protostoria della Slavia friulana, in cui vengono compresi i territori di Friuli e Slovenia in passato strettamente interconnessi, oltre a limiti geografici attuali, sul piano delle relazioni culturali. Numerosi i siti in grotta citati: dalle rare cavità frequentate nel Paleolitico Superiore (Grotte Verdi di Pradis, Riparo di Biarzo) e nel Mesolitico e Neolitico (Riparo di Biarzo, Grotta di Cladrecis), sino alle numerose grotte del Friuli orientale cronologicamente attribuibili, pur in quadro documentario non privo di lacune e incertezze, all'età dei metalli (Eneolitico-età del Bronzo). Tra questi ultimi figurano la Velika Jama (per cui si esclude la datazione al Neolitico), la Grotta di Robič, la Šuošteriova Jama, il Ciòndar des Paganis, la Grotta di Paciuch e il Foràn di Landri. A tali contesti vengono dedicati specifici paragrafi di approfondimento in relazione alla storia delle ricerche, ai materiali emersi e agli studi sistematici più aggiornati disponibili in letteratura.
Pessina A.
Museo Nazionale di Cividale del Friuli (2004)
Collocazione: Forum Iulii. Annuario del Museo Nazionale di Cividale del Friuli, 27: 207-216, Cividale del Friuli (Ud)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Vengono discussi i dati disponibili per i contesti in grotta e all'aperto del Friuli orientale ritenuti i più significativi sul piano scientifico per la ricostruzione del popolamento di tale territorio, da sempre marginale nelle ricerche nonostante le elevate potenzialità archeologiche ad esso riconosciute. Tra i contesti in grotta maggiore spazio viene dedicato ai siti oggetto di recenti indagini (Riparo di Biarzo e Grotta di Cladrecis) documentanti le fasi più antiche della presenza umana nell'area (Paleolitico Superiore finale e Mesolitico-Neolitico). Per il Riparo di Biarzo la segnalazione di “una scheggia di tipo Musteriano con profonda patina superficiale” che retrodaterebbe al Paleolitico Medio la frequentazione di tale zona, non trova ulteriori conferme in letteratura. Per l'arco cronologico compreso tra III e II millennio a.C., il più ricco di dati nelle Valli del Natisone, si discutono brevemente le evidenze provenienti da alcuni contesti in grotta (Velika Jama, Šuošteriova Jama e Grotta di Robič) utili per un loro inquadramento cronologico e come indicatori di contatti e scambi extra-regionali.
Boscarol C., Mlinar M., Montagnari Kokelj E., Žbona Trkman B.
Studi e Ricerche sulla Gallia Cisalpina. Quasar ed. (2007)
Collocazione: In: Chiabà M., Maggi P., Magrini C. (a cura di), Le Valli del Natisone e dell'Isonzo tra Centroeuropa e Adriatico, Atti del Convegno Internazionale di Studi, San Pietro al Natisone-Udine settembre 2006, 20: 27-42, Roma
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
A partire dalla revisione critica dell’attendibilità dei dati archeologici disponibili per l’area in oggetto, condotta sulla base di parametri selezionati (attendibilità dei contributi editi; presenza/assenza di rumore di fondo), si presenta un quadro interpretativo di sintesi del popolamento delle Valli del Natisone e Isonzo dal Paleolitico all’età del Bronzo. Di ciascun periodo individuato (Paleolitico; Mesolitico; Neolitico-età del Rame-Bronzo Antico; età del Bronzo) vengono discussi, anche con il ricorso a carte di distribuzione, i soli dati ritenuti certi (dati contestuali, rinvenimenti sporadici) cui solo in sede di sintesi vengono affiancati i dati giudicati incerti (o rumore di fondo: materiali non in posto, andati dispersi, etc.) dal minore potenziale informativo. Da segnalare la disponibilità di carte tematiche relative alla distribuzione complessiva dei siti nei due macro-periodo considerati (Preistoria e Protostoria) in cui, pur in assenza di riferimenti che consentano la puntuale localizzazione dei siti rappresentati, il raffronto tra dati certi (materiali in posto e sporadici) e incerti (materiali dislocati) mostra la netta differenza dei due quadri ricostruttivi emergenti.
Rupel L.
Cooperativa Lipa ed. (2000)
Collocazione: In: Petricig P. (a cura di), Valli del Natisone/Nediške doline. Ambiente, Cultura materiale, Arte, Tradizioni popolari, Lingua, Storia, 247-261, San Pietro al Natisone (Ud)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
L'A., servendosi dei dati disponibili in letteratura, offre un excursus diacronico (dalla Preistoria al Medioevo) delle evidenze archeologiche (siti, ritrovamenti) attestate nelle Valli del Natisone, aggiornato alle più recenti scoperte. Numerosi sono i contesti in grotta citati a partire dal Riparo di Biarzo, il sito più antico delle Valli (dal Paleolitico Superiore finale) e l'unico ad essere stato indagato sistematicamente con moderni metodi scientifici. In più casi i riferimenti cronologici alle cavità di interesse preistorico, oggetto di vecchie indagini, presentano delle incertezze o imprecisioni riconducibili alla lacunosità dei dati contestuali al tempo raccolti oltre che alla disponibilità, al tempo della stesura del contributo, di revisioni solo parziali dei complessi di materiali rinvenuti, oggi superate da studi più aggiornati.
Ponton M.
Civici Musei di Udine, Museo Archeologico e Museo Friulano di Storia Naturale. Lithostampa ed. (2020)
Collocazione: In: Muscio G., Visentini P. (a cura di), Antichi abitatori delle grotte in Friuli. La Preistoria nelle cavità delle Prealpi Giulie, Catalogo della Mostra, Castello di Udine marzo 2021- febbraio 2022, 35-45, Pasian di Prato (UD)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Le caratteristiche geologiche e le morfologie originali delle Prealpi e, in primis, delle Prealpi Giulie meridionali, rappresentano insieme alla facilità di accesso, alla buon esposizione e alla disponibilità di corsi d’acqua, dei fattori ottimali che nel tempo hanno favorito la frequentazione umana in tale comparto territoriale, la quale ha privilegiato sia i ripiani costituiti da depositi alluvionali localizzati in corrispondenza dei terrazzi fluviali sia, in particolare, le cavità e i ripari rocciosi. L’A. partendo quindi dalla dettagliata illustrazione del fenomeno del carsismo, a cui si deve la formazione e sviluppo delle numerose cavità presenti nell’area, passa quindi in rassegna alcuni tra i più significativi contesti ipogei (grotte e ripari) con evidenza di frequentazione umana, descrivendone le specifiche caratteristiche geo-morfologiche.
Cannarella D.
Istituto per l'Enciclopedia del Friuli - Venezia Giulia (1984)
Collocazione: Enciclopedia Monografica del Friuli-Venezia Giulia. Aggiornamenti. La ricerca scientifica, 1: 427-488, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Rassegna storica sulle ricerche paletnologiche e paleontologiche svolte in regione, con particolare riguardo all’area del Carso triestino. Per il territorio friulano l'A. cita, tra i siti in grotta, i principali contesti “storici” del Friuli orientale indagati dai soci del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano a partire dai primi del Novecento, i quali, inizialmente riferiti al Neolitico, in base alle più recenti revisioni dei materiali, - tra cui si ricordano quelle portate avanti da Bressan presso il Museo Friulano di Storia Naturale di Udine -, vengono ora attribuiti all’età dei metalli (età del Bronzo ed età del Ferro). Tra i siti divenuti oggetto di scavi sistematici in anni più recenti sono menzionati le Grotte Verdi di Pradis, il Riparo di Biarzo e la Grotta di Cladrecis.
De Piero G.
Chiandetti ed. (1985)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Opera divulgativa dedicata alla Preistoria del territorio friulano. Dopo un capitolo introduttivo in cui si offrono cenni di inquadramento geologico, l'A. passa in rassegna i siti preistorici friulani più rappresentativi di ciascuna fase culturale crono-culturale (dal Paleolitico all’età dei metalli), tra cui numerosi sono quelli in cavità. Da sottolineare è la presenza di notazioni, corredate da rimandi bibliografici, spesso imprecise quando non del tutto errate: tra gli esempi, l'inquadramento del Ciòndar des Paganis nel Paleolitico Medio, e la pressoché esclusiva attribuzione alla sola fase neolitica delle altre cavità citate. Tra i “Ritrovamenti preistorici di vario genere” sono menzionati anche la Bus de le Anguane (Maniago) e la grotta Clap dal Lof (Cavazzo Carnico). Quest’ultima, menzionata da Marinoni, non venne più rintracciata nelle ricerche compiute alla fine dell’Ottocento. Le indagini condotte nell’area circostante portarono al solo rinvenimento di un riparo giudicato privo di interesse sia paletnologico che paleontologico.
Stacul G.
Atti della Società per la Preistoria e Protostoria della Regione Friuli-Venezia Giulia (1983)
Collocazione: In:Atti del Convegno sulla Preistoria del Friuli-Venezia Giulia, Trieste, aprile 1981, 4 (1978-1981): 231-236, Pisa
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nota sulla storia delle ricerche intraprese nel Friuli orientale. L’A., oltre ad una breve menzione delle indagini condotte nelle Valli del Natisone sin dalla fine dell'Ottocento in alcuni importanti contesti in grotta della tarda Preistoria (Velika Jama, Grotta di Robič e Foràn di Landri), ricorda le attività di scavo svolte nel 1981 dal Centro di Antichità Altoadriatiche dell'Università di Trieste alla Grotta di Cladrecis. Di tale contesto si sottolinea la particolarità del quadro culturale emergente, in cui un'industria litica microlitica risulta associata ad una produzione ceramica che, in base ai confronti istituibili con le tipologie vascolari presenti nelle aree contermini, risulta databile al Neolitico Tardo e al Bronzo Antico. Nel sito sono attestati anche strumenti in osso tra cui punteruoli, un ago con cruna e un arpione frammentario a doppia fila di denti.
Pessina A., Carbonetto G.
Vittorelli ed. (1998)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Tra le schede, nella nr. 4-"Grotte Verdi di Pradis e il Piancavallo", ampio spazio viene dedicato al Riparo I delle Grotte Verdi di cui viene illustrata la stratigrafia a partire dai livelli più antichi riferibili al Paleolitico Medio; alla frequentazione umana del Riparo di Biarzo vengono riservate le schede nr. 5 (US 5: livello Epigravettiano finale) e la nr. 6 (UUSS 4-2, livelli Mesolitico e Neolitico) anche con riferimenti alle caratteristiche climatico-ambientali dell'area e alle strategie di occupazione stagionale del sito. Nella scheda nr. 36 -“Le Valli del Natisone nel III millennio a.C.” vengono discusse, con riferimenti alla storia e ai risultati (stratigrafia, materiali) delle ricerche storiche in esse compiute, la Velika jama, il Ciòndar des Paganis e il Foràn di Landri. Nella scheda 37-"Altre cavità del Friuli Orientale” si menzionano, tra gli altri siti, la Šuošteriova Jama, la Grotta di Robič (S. Ilario), la Velika jama e la Grotta di Cladrecis, quest'ultima con specifici riferimenti alle problematiche crono-culturali emerse nel sito il quale, pur con margini di incertezza, sembra essere stato occupato in un periodo compreso tra Mesolitico e Bronzo Antico.
Dreosto V.
Arti Grafiche Friulane ed. (1994)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Volume dedicato alla Preistoria e Protostoria regionale di cui, non senza imprecisioni, vengono illustrati i siti più significativi, discussi in ordine cronologico. Per il Friuli numerose sono le cavità citate con particolare riferimento al settore orientale delle Prealpi Giulie. Da segnalare la grotta denominata erronamente nel testo "Souveteriana", plausibilmente corrispondente alla Šuošteriova Jama.
Montagnari Kokelj E.
Centro Ricerche Carsiche "Carlo Seppenhofer" (2002)
Collocazione: In: Centro Ricerche Carsiche "Carlo Seppenhofer" (a cura di), La valle dello Judrio. Progetto di ricerca speleologica Judrio 2000, 143-154, Gorizia
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo si illustrano i dati cronologici e culturali più significativi derivati dalle indagini di scavo (anni 1981-1982) condotte nella Grotta di Cladrecis nell'alta Valle dello Judrio, territorio, come evidenziato dallo stesso A., rimasto a lungo ai margini della ricerca archeologica regionale. I livelli di frequentazione pre-protostorica della cavità evidenziano, pur in un quadro stratigrafico con aspetti problematici ancora aperti, una frequentazione compresa tra Mesolitico-Neolitico (industria litica) e Neolitico-tardo Eneolitico-Bronzo Antico (produzione ceramica). I materiali in alcuni casi mostrano confronti tipologici anche puntuali con altri siti in grotta delle Valli del Natisone (Velika Jama, Grotta di Robič, Ciòndar des Paganis, Foràn di Landri) che presentano però dati contestuali privi di attendibilità stratigrafica, fatta eccezione per il Riparo di Biarzo. Quest’ultimo sito viene in più punti richiamato, al confronto con Cladrecis, in relazione ai modelli di occupazione dello spazio e alle problematiche stratigrafiche connesse in particolare alla transizione tra Mesolitico e Neolitico.
Pessina A.
Associazione Don Bianchi (2007)
Collocazione: In: Banchig G., Magnani S., Pessina A. (a cura di), Terre d'incontro, contatti e scambi lungo le Valli del Natisone e dell'Isonzo dall'antichità al medioevo/Kraji srečanj, stiki in izmenjave vzdolž Nadiških in Soške doline od antike do srednjega veka, Atti della Giornata internazionale di Studi, S. Pietro al Natisone novembre 2005, 17-33, Cividale del Friuli (Ud)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel descrivere la Preistoria del Friuli orientale, territorio sinora solo marginalmente investigato nonostante le notevoli potenzialità archeologiche, l'A. discute ampiamente i dati dal Riparo di Biarzo e dalla Grotta di Cladrecis, contesti oggetto di più recenti e sistematiche indagini. Tra le stazioni più importanti con materiali riferibili al III millennio a.C. si ricordano quindi la Velika Jama e il Ciòndar des Paganis i cui materiali, ceramici in particolare, trovano confronti con una serie di complessi culturali extra-regionali databili tra Eneolitico (pieno-finale) e Bronzo Antico. Nel caso del Ciòndar, l'attestazione di materiali di ornamento e di resti umani, questi ultimi andati però dispersi, lasciano ipotizzare il possibile utilizzo della cavità per scopi cultuali/funerari. Altre cavità di interesse paletnologico più brevemente discusse sono infine la Šuošteriova Jama e la Grotta di Robič.
Corazza S., Simeoni G., Zendron F.
Circolo culturale Menocchio (2006)
Collocazione: In: Corazza S., Simeoni G., Zendron F., Tracce archeologiche di antiche genti. La protostoria in Friuli, 1: 53-155, Montereale Valcellina (Pn)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Il lavoro presenta una versione aggiornata (al mese di giugno 2005) delle schede-sito curate da S. Vitri nel 1990. I siti esaminati si localizzano nell’area compresa tra il Friuli (provincia di Pordenone e di Udine con la Carnia e il Canale del Ferro), il Goriziano e i territori prossimi alla foce dell'Isonzo (Duino, provincia di Trieste), cronologicamente inquadrabili tra la Preistoria (dal Paleolitico in poi) e la Protostoria sino alla romanizzazione. Di ogni località vengono brevemente descritte le evidenze emerse (materiali, strutture), il contesto di rinvenimento e la bibliografia complessiva disponibile in letteratura. A corredo del testo vengono inoltre fornite una serie carte di distribuzione dei siti (Carta I-VIII) suddivise in base a specifici intervalli cronologici selezionati (es. Paleolitico Medio e Superiore; Mesolitico e Neolitico; Eneolitico e Bronzo Antico, etc.). Tra i contesti citati non trova conferma la presenza in un deposito in grotta presso Clodig (Grimacco).
Pizziolo G.
Civici Musei di Udine, Museo Archeologico e Museo Friulano di Storia Naturale. Lithostampa ed. (2020)
Collocazione: In: Muscio G., Visentini P. (a cura di), Antichi abitatori delle grotte in Friuli. La Preistoria nelle cavità delle Prealpi Giulie, Catalogo della Mostra, Castello di Udine marzo 2021- febbraio 2022, 171-185, Pasian di Prato (UD)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Si discutono le potenzialità e i primi risultati dello studio dei dati relativi al popolamento delle grotte nelle Valli del Natisone tra Preistoria e Protostoria, organizzati attraverso l’applicazione di un Sistema Informativo Geografico (GIS). Nel complesso, l’elaborazione cartografica, basata su dati comunque parziali e spesso poco accurati, conferma che le cavità frequentate dall’uomo nel passato si concentrano prevalentemente nella fascia delle Prealpi Carniche e, in particolare, Giulie (Valli del Natisone). Centrale nel contributo è stata quindi l’elaborazione dei dati (archeologici, paleontologici e fisici) disponibili per 19 cavità e ripari selezionati delle Valli del Natisone. Tra questi, un ruolo prioritario nell’analisi è stato assegnato ai 7 siti con frequentazione diacronica, nei quali l’utilizzo della cavità, ripetutosi nel tempo (a prescindere dalle ragioni, plausibilmente diverse, di tale utilizzo), può essere considerato un dato non casuale. Passo successivo è stato il confronto con le caratteristiche fisiografiche del territorio, finalizzato all’individuazione di eventuali peculiarità o costanti legate alla localizzazione delle cavità e alla comprensione di quali elementi ambientali e culturali possano aver guidato la scelta di una determinata cavità rispetto alle altre a disposizione. Nelle relazioni tra grotte e paesaggio si è quindi giunti, anche attraverso il ricorso ad analisi viewshed (analisi di visibilità), all’individuazione di 3 principali tipologie insediative, quali: la localizzazione nel fondovalle, emblematicamente rappresentata dal Riparo di Biarzo, sito in rapporto visuale e forse relazionale nel corso della Preistoria con la Grotta di San Giovanni d’Antro; la posizione di “controllo dell’ambito fluviale” attestata alla Velika Jama e alla Šuošteriova Jama; una “posizione topografica più aperta”, non in stretta relazione con le direttrici fluviali e talora prossima alla sommità dei rilievi, attestata al Foràn di Landri e al Ciòndar des Paganis le cui aree di visibilità, molto ampie sulle rispettive valli sino alla pianura, mostrano un’ampia sovrapposizione.
Muscio G.
Civici Musei di Udine, Museo Archeologico e Museo Friulano di Storia Naturale. Lithostampa ed. (2020)
Collocazione: In: Muscio G., Visentini P. (a cura di), Antichi abitatori delle grotte in Friuli. La Preistoria nelle cavità delle Prealpi Giulie, Catalogo della Mostra, Castello di Udine marzo 2021- febbraio 2022, 47-61, Pasian di Prato (UD)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo si illustra il quadro generale delle conoscenze, aggiornate agli studi più recenti disponibili in letteratura, sui resti di mammiferi di più ampia diffusione nel record fossile dei depositi in grotta del Friuli nel tardo Quaternario. A partire dalle faune attuali, l’A. discute i dati relativi alle specie animali frequentatrici delle cavità nelle diverse fasi cronologiche (dal Pleistocene Inferiore-Medio e Superiore all’Olocene Antico) fornendo riferimenti puntuali ai contesti in grotta di provenienza e all’importanza delle faune quali indicatori significativi ai fini della ricostruzione delle oscillazioni climatiche e delle modificazioni ambientali intercorse nel periodo considerato. Particolare attenzione tra i contesti in grotta viene riservata al Riparo di Biarzo (Prealpi orientali), in cui le interessanti e dettagliate evidenze disponibili in relazione ai complessi faunistici del Tardoglaciale-Olocene Antico consentono di ricostruire la stagionalità della frequentazione del riparo per attività di caccia e pesca e, in relazione al settore delle Prealpi Carniche, alla Grotta del Clusantin e alla Grotta del Rio Secco, in cui risultano attestate, rispettivamente, attività di caccia specializzata alla marmotta (alla fine del Paleolitico superiore) e peculiari forme di interazione tra Uomo di Neandertal e orso (Orso speleo e Orso bruno) durante il Musteriano finale.
Visentini P.
Civici Musei di Udine, Museo Archeologico e Museo Friulano di Storia Naturale. Lithostampa ed. (2020)
Collocazione: In: Muscio G., Visentini P. (a cura di), Antichi abitatori delle grotte in Friuli. La Preistoria nelle cavità delle Prealpi Giulie, Catalogo della Mostra, Castello di Udine marzo 2021- febbraio 2022, 187-201, Pasian di Prato (UD)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nota dedicata al fenomeno della frequentazione umana nelle cavità del Friuli orientale (Valli del Natisone e suoi affluenti) tra IV e III millennio a.C. L’A. illustra, fornendo riferimenti puntuali alla storia delle ricerche e alle caratteristiche tipologiche dei materiali ceramici già oggetto di precedenti analisi, i principali contesti in grotta con evidenze inquadrabili in tale periodo. Tra i più significativi, data la qualità della documentazione a noi pervenuta, pur non priva di lacune quanto a riferimenti stratigrafici e provenienza dei materiali, si menziona la Velika Jama da cui provengono una decina di frammenti riferibili a tale periodo, riconoscibili in base alle caratteristiche della decorazione (a striature, a fila di impressioni sotto l’orlo), e alle tipologie vascolari tra cui, in particolare, si segnala un recipiente a collo svasato, corpo globoso e anse a gomito che mostra paralleli con la facies di Wieselburg-Gàta. Altro contesto di rilievo è il Ciòndar des Paganis, nel cui repertorio ceramico solo un ristretto numero di reperti presenta delle caratteristiche inquadrabili nel III millennio a.C., tra cui, oltre ad una serie di frammenti forse pertinenti ad uno stesso recipiente profondo, con impressioni digitali sul bordo, risulta compreso un fiaschetto, rinvenuto pressoché integro, con due prese ellittiche con perforazione subcutanea. Altri contesti menzionati sono il Foràn di Landri e, tra quelli indagati in anni più recenti, il Riparo di Biarzo e la Grotta di Cladrecis. I dati tipologici esaminati, nell’ipotesi qui sostenuta, si inquadrano prevalentemente nel III millennio a.C., mentre una fase più antica, rappresentata da elementi di lunga durata di possibile ascendenza tardoneolitica, tra cui la decorazione delle superfici a striature rappresenta uno dei tratti distintivi, è nelle grotte esaminate un elemento sporadico e non caratterizzante. Un altro dato significativo richiamato dall’A. è la quasi totale assenza di tipologie ceramiche (scodelle troncoconiche o convesse, coppe su piede cruciforme anche decorate) che risultano al contrario assai frequenti nel repertorio ceramico dei siti coevi del Carso triestino. Nel complesso la relativa omogeneità tipologica e il limitato repertorio delle forme vascolari osservate consentono di ipotizzare, nel quadro di un progressivo sfruttamento, plausibilmente stagionale, delle Valli del Friuli orientale, il ricorso all’utilizzo di recipienti in materiali organici compatibili con una maggiore mobilità dei gruppi umani che selezionarono le cavità come ricoveri ottimali per la stabulazione degli animali o come luoghi di sosta nei percorsi diretti alla ricerca delle materie prime. Ulteriori elementi utili per l’interpretazione in senso funzionale degli abitati in grotta sono attesi dai risultati delle ricerche promosse dal Museo Friulano di Storia Naturale, attualmente coinvolto nel progetto “Analytic” acronimo per “Archaeology aNd pALeontologY in easTern frIuli Caves”.
Boscarol C. (2007)
Collocazione: Tesi di Dottorato di Ricerca in Scienze dell'Antichità, Università degli Sudi di Trieste, 289 pp.,
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Progetto di ricerca focalizzato sull’analisi territoriale del comparto nord-orientale del Friuli Venezia Giulia nel periodo compreso tra Neolitico e Bronzo Antico, affrontata attraverso il ricorso ad un approccio multidisciplinare in cui lo studio della dispersione dei dati archeologici viene integrato con l'esame della morfologia del territorio e dell’evoluzione della viabilità (in senso diacronico dalla Protostoria sino al Novecento). Tematica trasversale sviluppata nello studio è anche quella dello sfruttamento del territorio per fini pastorali, indagata a partire dall’area del Carso triestino, ove maggiore appare la disponibilità di dati archeologici, anche aggiornati, ma successivamente estesa alle Valli del Natisone, all'area alpina (Alpi Carniche, Tolmezzine e Alpi/Prealpi Giulie) e al goriziano, ove i limiti imposti alla ricerca dalla generale rarefazione dei dati archeologici disponibili sono stati ovviati attraverso il ricorso ad una prospettiva di indagine di tipo etnoarcheologico. Tali indagini hanno previsto la conduzione di nuove ricerche sul campo atte a documentare le modalità di vita e di gestione del capitale animale proprie delle comunità di pastori attuali nel territorio considerato, e hanno altresì consentito l’elaborazione di nuove possibili chiavi di lettura nell’interpretazione funzionale di alcune specifiche classi di manufatti ceramici presenti nei complessi di materiali archeologici provenienti dagli scavi storici delle cavità del Carso triestino. Nella valutazione dei dati archeologici disponibili nei territori considerati sono presenti più riferimenti ai siti in grotta della Velika Jama, Foràn di Landri, Ciòndar des Paganis, Grotta di Cladrecis e Riparo di Biarzo.
Visentini P. (2018)
Collocazione: Studia Universitatis Hereditati, 6 (1): 9-32, Koper (Slo)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Sintesi aggiornata dei dati archeologici disponibili per il territorio friulano tra Neolitico Recente ed Eneolitico. Tra siti con evidenze eneolitiche citati nel testo risultano compresi anche alcune cavità del Friuli orientale: Velika Jama, Foràn di Landri, Grotta di Cladrecis e Ciòndar des Paganis. In relazione a quest'ultimo contesto viene in particolare ricordato il rinvenimento, in indagini succedutesi a distanza di molti anni, di un metacarpale umano (poi andato disperso) e alcuni manufatti di particolare pregio (due pendenti in pietra levigata, un dente di canide forato, una perla in calcarenite e un'ascia in pietra levigata) che sembrano rimandare all'utilizzo della cavità per scopi sepolcrali.
Visentini P.
Millenni. Studi di Archeologia Preistorica e Memorie del Museo Civico di Storia Naturale di Verona, 2. Serie Sc. Uomo, 13 (2019)
Collocazione: In: Martini F., Salzani L. (a cura di), Un lungo percorso di scienza, Studi in onore di Leone Fasani, 22: 141-164, Roma
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo si presenta un quadro preliminare d’insieme della produzione ceramica (tipologie e stili ceramici) in Friuli Venezia Giulia nel III millennio a.C. a partire dai dati provenienti da 28 siti, tra cui risultano compresi anche Ciòndar des Paganis, Velika Jama e Grotta di Cladrecis. Nella discussione l’esame critico e comparativo delle produzioni ceramiche attestate nei vari siti tiene conto anche delle, seppur poche, datazioni al radiocarbonio disponibili.
Cannarella D.
Istituto per l'Enciclopedia del Friuli - Venezia Giulia (1987)
Collocazione: Enciclopedia Monografica del Friuli-Venezia Giulia. Aggiornamenti 1978-1986, 3: 77-92, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Aggiornamento sulle più recenti acquisizioni relative a siti preistorici regionali derivate da contributi di studio e nuove indagini sul terreno. Tra le cavità del Friuli l’A. menziona il Riparo di Biarzo, sito che per la presenza di un deposito pluristratificato (dall'Epigravettiano al Mesolitico Antico e Recente sino al Neolitico) appare destinato a divenire uno dei contesti di riferimento per la conoscenza della Preistoria del Friuli Orientale (oggi è possibile dire dell’Italia settentrionale). La Grotta di Cladrecis viene quindi brevemente discussa quale interessante primo esempio del popolamento del Friuli Orientale nel corso del Neolitico ma con evidenze di frequentazione umana, seppur sporadica, meglio definite in relazione al III millennio a.C.
Ferrari A., Pessina A.
Società per la Preistoria e Protostoria della Regione Friuli-Venezia Giulia (1992)
Collocazione: Atti della Società per la Preistoria e Protostoria della Regione Friuli-Venezia Giulia, 6 (1987-1991): 23-59, Pisa
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nella ricostruzione del quadro generale delle conoscenze disponibili sul primo popolamento neolitico del territorio friulano e sulle problematiche culturali a questo correlate, gli A. forniscono una sintetica presentazione dei diciannove principali siti noti, di cui si illustrano la localizzazione e una presentazione generale dei complessi materiali rinvenuti. Tra i siti, pressoché tutti all'aperto, viene discusso anche il Riparo di Biarzo (livelli neolitici: tagli 3A, 2), contesto di particolare interesse per gli aspetti connessi alla persistenza insediativa tra Mesolitico e Neolitico, gli stessi che sembrano contraddistinguere la presenza umana anche alla Grotta di Cladrecis, qui solo citata.
Guerreschi A.
Museo Friulano di Storia Naturale (1998)
Collocazione: In: Pessina A., Muscio G. (a cura di), Settemila anni fa il primo pane, Catalogo della Mostra, Udine 1998-1999, 78-85, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
L'A. presenta il quadro generale delle conoscenze sul Mesolitico dell'Italia nord-orientale, con particolare riguardo ai contesti del Friuli e del Carso triestino, illustrati in una mappa generale di distribuzione dei siti. Per il territorio friulano, dove quasi tutti i contesti del periodo sono all'aperto, ampio spazio nella discussione viene riservato al Riparo di Biarzo, sito con livelli riferibili sia alla fase antica che recente del Mesolitico. Solo brevemente citata in più punti è anche la Grotta di Cladrecis.
Candussio A., Ferrari A., Pessina A., Quagliaro F.
Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria (1994)
Collocazione: In: Preistoria e Protostoria del Friuli-Venezia Giulia e dell'Istria, Atti XXIX Riunione Scientifica dell'IIPP (Trieste-Pordenone, settembre 1990), 121-128, Firenze
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Gli A. discutono i dati relativi alle industrie mesolitiche di superficie di recente emerse a seguito di ricognizioni programmate. I nuovi siti, secondo un modello già in precedenza emerso, si collocano in prevalenza nella fascia pedemontana al margine di bacini dell'arco morenico del Tagliamento (Fornaci de Mezzo, Corno Ripudio, Cassacco) ma anche in Bassa Pianura (Porpetto e Bertiolo). Solo mezionati nella mappa di distribuzione generale dei siti mesolitici complessivamente noti per l'area friulana, posta a corredo del testo, sono il Riparo di Biarzo e la Grotta di Cladrecis
Tavagnutti M.
Club Alpino Italiano - Sezione di Gorizia (1977)
Collocazione: Alpinismo Goriziano, 3 (3): 1, Gorizia
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nota sugli scavi effettuati in collaborazione con archeologi provenienti da istituzioni accademiche e museali in una grotta presso Cladrecis.
Tavagnutti M.
Club Alpino Italiano - Sezione di Gorizia (1977)
Collocazione: Alpinismo Goriziano, 3 (2): 4, Gorizia
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Si riporta la notizia della scoperta di una grotta nell'Alta Valle dello Judrio, presso Cladrecis, con tracce di frequentazione antropica risalenti alla Preistoria.
Montagnari Kokelj E.
Museo Civico di Storia Naturale di Trieste (1984)
Collocazione: Atti dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, 14 (1983-1984): 95-99, Trieste
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nota dedicata all'analisi tipologica dei reperti litici provenienti dallo scavo effettuato nella cavità nel corso del 1983. In quell'occasione venne ampliata la trincea principale e aperto un nuovo saggio nell'area antistante la grotta. Gli scarsi manufatti litici recuperati e l'atipicità di alcuni di essi non apportano modifiche sostanziali all'assetto tipologico-culturale del contesto precedentemente delineato.
Montagnari E.
Museo Civico di Storia Naturale di Trieste (1981)
Collocazione: Atti dei Musei Civici di Storia ed Arte di Trieste, 12 (1): 161-163, Trieste
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Breve nota sui due sondaggi di scavo effettuati congiuntamente dall'Università e dai Civici Musei di Storia e Arte di Trieste nella cavità nel corso del 1981. Viene descritta la sequenza stratigrafica rilevata e si presentano alcuni dati preliminari relativi all'industria litica. La prosecuzione delle indagini sul terreno viene posta come necessaria al fine di chiarire le problematiche crono-culturali emerse.
Riedel A.
Museo Civico di Storia Naturale di Trieste (1984)
Collocazione: Atti dei Musei Civici di Storia ed Arte di Trieste, 14 (1983-1984)+F369: 101-126, Trieste
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Studio archeozoologico sui resti animali rinvenuti nella cavità (scavi degli anni 1981-1983). I resti comprendono: animali domestici (41,1%) (bue, pecora e capra, maiale, cane), grandi selvatici (34,5%) (cervo, capriolo, cinghiale, orso bruno e forse cavallo) e piccoli selvatici (24,4%) (volpe, gatto, martes sp., tasso, lepre, castoro). Al raffronto con i dati crono-stratigrafici disponibili per il sito, l'A. rileva il sussistere di alcuni aspetti problematici nell'interpretazione del repertorio faunistico, suscettibile di modifiche anche sostanziali qualora i resti faunistici vengano riferiti alla sola fase di frequentazione del III millennio a.C., accertata in base alle caratteristiche della produzione ceramica, o anche a fasi di molto più antiche, indiziate dalle caratteristiche osservate nell'industria litica.
Furlani U. (1979)
Collocazione: In: Atti del Conv. "Le età del Bronzo e del Ferro nell'Isontino", Gorizia giugno 1977, 13-21, Gorizia
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nella comunicazione che passa in rassegna gli insediamenti al tempo noti dell'Isontino, l'A. fa un breve riferimento alla Grotta del Monte Brischis (Grotta di Cladrecis), oggetto di un recente sondaggio di scavo che ha consentito il recupero di reperti ceramici datati tra la media età del Bronzo e l’età del ferro. Per la sua ubicazione, a contatto tra l’area del cividalese e quella isontina, la cavità viene ritenuta un sito potenzialmente strategico ai fini della comprensione dei contatti e scambi intercorsi con le aree contermini (il Triestino e l'Oltralpe) nel periodo indagato.
Tavagnutti M. (1980)
Collocazione: In: Atti del I Conv. Triveneto di Spel., Treviso dicembre 1980, 75-82, Treviso
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nella nota, che riprende quanto già edito a più nomi nel 1978 negli Atti del III Conv. Spel. del Friuli-Venezia Giulia, si riportano alcune considerazioni preliminari sui rinvenimenti effettuati nella Grotta di Cladrecis a seguito dei primi sondaggi condotti dal Museo Provinciale di Gorizia. Dopo un ampio inquadramento geo-morfologico dell'Alta Valle dello Judrio in cui si apre la cavità, l'A. descrive quindi i caratteri diagnostici dei materiali archeologici complessivamente emersi (ceramica, industria litica e in osso). Tra questi i reperti ceramici (tra cui si segnalano due recipienti rinvenuti pressoché integri) consentono di ricostuire la frequentazione pluri-fase del sito inquadrabile tra l'età del Bronzo-età del Ferro e il periodo storico (età tardo-romana o alto medievale). Una fase cronologicamente antecedente a quella riconosciuta nei complessi ceramici sembra invece ipotizzabile in base alle caratteristiche tecno-tipologiche osservate nell'industria litica.
Tavagnutti M., Furlani U. (1978)
Collocazione: In: Atti del III Conv. di Speleologia del Friuli-Venezia Giulia, Gorizia novembre 1977, 166-179, Gorizia
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nota preliminare sui primi sondaggi di scavo effettuati nella Grotta del Monte Brischis nei pressi di Cladrecis, seguiti alla segnalazione di rinvenimenti archeologici occasionali da parte del gruppo Speleo "L. V. Bertarelli". Le indagini, condotte dal Museo provinciale di Gorizia, portarono al rinvenimento, pur in un contesto stratigrafico disturbato nella parte sommitale, di significativi reperti ceramici, tra cui due recipienti pressoché integri, abbondante industria litica in selce, manufatti in osso, resti faunistici (tra cui una conchiglia forata). In base all'analisi dei materiali ceramici nella grotta vennero riconosciute due principali fasi di frequentazione: la più antica, riferibile al periodo compreso tra l'età del Bronzo e l'età del Ferro, ed una più recente risalente all'epoca storica (tardo romana o alto medievale). L'attestazione di una fase di occupazione più antica viene però ritenuta plausibile in base alle caratteristiche tipologiche osservate nell'industria litica.
Stacul G., Montagnari Kokelj E. (1983)
Collocazione: In: Atti Incontro di Studio "Problemi storici e archeologici dell'Italia nordorientale e delle regioni limitrofe dalla Preistoria al Medioevo", Trieste ottobre 1982, 13 (1): 23-43, Trieste
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Ampio resoconto sulle due campagne di scavo intraprese da Università e Civici Musei di Storia e Arte di Trieste nella cavità. Vengono in particolare illustrati i dati stratigrafici rilevati in relazione alle due trincee di scavo aperte nel settore anteriore della grotta e i risultati preliminari dell'analisi tipologica dei materiali raccolti (industria litica, ceramica, manufatti in osso/corno e resti faunistici), con ricco apparato iconografico. Sul piano interpretativo rimane aperta la questione relativa all’inquadramento crono-culturale del sito, dal momento che non risultano ancora definite sul piano culturale le dinamiche alla base della presenza di orizzonti ben distinti, uno riferibile alla fase Mesolitico-inizi Neolitico ed uno di III millennio a.C., cui rimandano rispettivamente l’industria litica e ceramica del sito.
Montagnari Kokelj E.
Atti dei Musei Civici di Storia ed Arte di Trieste, Quaderno (1983)
Collocazione: In: Atti Incontro di Studio "Problemi storici e archeologici dell'Italia nordorientale e delle regioni limitrofe dalla Preistoria al Medioevo", Trieste ottobre 1982, 13 (1): 125-130, Trieste
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo si illustrano i risultati dello studio integrato del territorio circostante la cavità di Cladrecis, condotto sul modello della "site catchment analysis". I dati raccolti sembrano concordi nell'indicare che l'area compresa entro il raggio di 5km dalla cavità non sia adatta per lo sfruttamento agricolo quanto piuttosto per l’allevamento e la caccia, attività eventualmente integrate con la pesca, data la naturale disponibilità di corsi d'acqua nei pressi del sito (fiume Judrio e corsi minori). La pratica della pesca in antico sembra del resto essere comprovata dall'attestazione di manufatti specializzati (un arpione in osso frammentario) rinvenuti nel corso degli scavi che hanno interessato la cavità.
Alberti A., Bernardini F., Burelli G., Cucchi F., Demarchi G., Montagnari Kokelj E., Piano C., Princivalle F., Velušček A.
Studi e Ricerche sulla Gallia Cisalpina. Quasar ed. (2007)
Collocazione: In: Chiabà M., Maggi P., Magrini C. (a cura di), Le Valli del Natisone e dell'Isonzo tra Centroeuropa e Adriatico, Atti del Convegno Internazionale di Studi, San Pietro al Natisone-Udine settembre 2006, 20: 189-208, Roma
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Vengono illustrati i principali aspetti metodologici e i risultati analitici di due progetti geo-archeologici interdipendenti, sviluppati nell’ambito del Progetto Interreg IIIA “Tra Natisone ed Isonzo: storia e archeologia di un territorio”, inerenti le materie prime litiche in selce e pietra verde utilizzate dalle popolazioni preistoriche nelle Valli del Natisone e in quelle contermini. Lo studio ha previsto il ricorso ad analisi di tipo archeometrico, oltre a quelle tipologiche tradizionali, finalizzate all'individuazione delle possibili fonti (primarie e secondarie) di origine delle materie prime utilizzate per la lavorazione dei manufatti preistorici e, di conseguenza, dei possibili meccanismi di scambio messi in atto dai gruppi umani nel periodo considerato. Per le materie prime selcifere lo studio si è in particolare focalizzato sui materiali (litotipi e loro provenienza) della Grotta di Cladrecis, nell’Alta Valle dello Judrio. Tra i non numerosi (meno di una decina) manufatti in pietra levigata attestati nelle Valli del Natisone e Isonzo incluse nel progetto, risulta compresa una lama d'ascia proveniente dalla Grotta di Cladrecis (non ancora sottoposta ad analisi) mentre un'ascia forata, di cui si conserva solo un calco (presso il Tolminski muzej) è nota dall’area di Robič.
Mazzieri P.
Origines. Studi e materiali pubblicati a cura dell'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Soprintendenza al Museo Preistorico Etnografico "L. Pigorini" (2004)
Collocazione: In: Fugazzola Delpino M.A., Pessina A., Tiné V. (a cura di), Il Neolitico in Italia. Ricognizione, catalogazione e pubblicazione dei dati bibliografici, archivistici, materiali e monumentali. Siti, 3: 99-100, Roma
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Scheda-sito relativa alla Grotta di Cladrecis (indagini 1981-1983), con livelli riferibili, oltre al Neolitico, anche al Mesolitico (Sauveterriano) ed Eneolitico.
Martina A., Montagnari Kokelj M., Tavagnutti M., Visentini P.
Civici Musei di Udine, Museo Archeologico e Museo Friulano di Storia Naturale. Lithostampa ed. (2020)
Collocazione: In: Muscio G., Visentini P. (a cura di), Antichi abitatori delle grotte in Friuli. La Preistoria nelle cavità delle Prealpi Giulie, Catalogo della Mostra, Castello di Udine marzo 2021- febbraio 2022, 203-207, Pasian di Prato (UD)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Gli A. ripercorrono la storia delle ricerche intraprese nella cavità, a partire dalla scoperta nel 1977 da parte del gruppo speleologico "L. V. Bertarelli" sino alle successive indagini di scavo condotte, nel corso degli anni Ottanta del Novecento, dapprima dai Musei Provinciali di Gorizia e in seguito dall'Istituto di Storia Antica dell'Università di Trieste. Tra i materiali emersi l'industria litica sembra trovare confronti tipologici con l'area padana nel periodo compreso tra Mesolitico e Neolitico Antico. Diverso il quadro cronologico emergente dall’analisi del complesso ceramico riferibile, in base alle tipologie e ai motivi decorativi vascolari, ad un arco di tempo compreso tra l'Eneolitico e il Bronzo Antico, con confronti diretti anche se assai generici con i materiali delle grotte del Carso triestino e delle Valli del Natisone. Al Bronzo Antico (facies Poladiana) vengono anche genericamente attribuiti due recipienti (uno scodellone ad impasto semi-fine ricomposto ed un boccale a corpo globoso ad impasto semifine) rinvenuti nel corso dei primi scavi, i quali mostrano altresì una affinità tipologica con contesti dell’Europa centro-orientale.
Stacul G.
Istituto per l'Enciclopedia del Friuli-Venezia Giulia (1983)
Collocazione: In: Preistoria del Caput Adriae, Catalogo della Mostra, Trieste 1983, 62, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Breve nota sulla storia e i risultati delle indagini intraprese nella cavità, in cui la presenza solo sporadica dell'uomo appare attestata sin dal Neolitico. Accanto a industrie litiche in cui si distingue un complesso di strumenti microlitici e faune sia domestiche che selvatiche, il sito ha restituito ceramiche che mostrano confronti con tipologie vascolari e decorative presenti nelle aree contermini nel III millennio a.C.
Collocazione: Le Alpi Venete, 31 (1) (prim_estate 1977): 85, Vicenza
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nella nota si menziona la scoperta, avvenuta quasi casualmente, di una nuova stazione preistorica nell'Alta Valle dello Judrio, riferita in via preliminare all'età del Bronzo.
Furlani U.
Studi Goriziani (2002)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Le ricerche svolte dai Musei provinciali di Gorizia nel periodo 1974-1985 hanno in più casi riguardato contesti in grotta o ripari. Tra i primi si segnala la Grotta di Cladrecis sul Monte Brischis, nell'Alta valle dello Judrio.
Magrini C., Kruh A.
Studi e Ricerche sulla Gallia Cisalpina. Quasar ed. (2007)
Collocazione: In: Chiabà M., Maggi P., Magrini C. (a cura di), Le Valli del Natisone e dell'Isonzo tra Centroeuropa e Adriatico, Atti del Convegno Internazionale di Studi, San Pietro al Natisone-Udine settembre 2006, 20: 79-90, Roma
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Sintesi della documentazione archeologica disponibile per il territorio in oggetto tra Tarda Antichità e Medioevo. Dal punto di vista topografico i siti, che per metà corrispondono comunque a rinvenimenti occasionali, mostrano significative concentrazioni in corrispondenza delle principali vallate fluviali di Natisone, Judrio e Isonzo, segnate dal passaggio dei tracciati stradali di maggiore percorrenza. Cenni alla Šuošteriova Jama e alla Grotta di Cladrecis, quali siti a vocazione pastorale utilizzati nel corso del Medioevo e nei secoli immediatamente successivi come probabili ricoveri temporanei per gli animali, vengono espressi in relazione al rinvenimento negli stessi di frammenti di recipienti in ceramica grezza (ancora inediti) utilizzati per la cottura/conservazione dei cibi. Ceramiche da cucina risalenti al XV-XVI secolo (inedite, conservate presso il Museo Archeologico Nazionale di Cividale) risultano inoltre segnalate nel villaggio di Pradolino, nella valle omonima, dove vennero occasionalmente recuperate in superficie.