Nomi e numeri catastali
Nome principale: Caverna di Landri
Numero catasto: 234
Numero catasto locale: 58FR
Numero totale ingressi: 1
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 106 m
Dislivello positivo: 11,5 m
Dislivello totale: 11,5 m
Quota fondo: 430 m
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 01/06/2012
Presenza targhetta: Si Area geografica: Prealpi Giulie Comune: Attimis Area provinciale: Udine Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 46,189750222058 Lon. WGS84: 13,342900641918 Est RDN2008/UTM 33N: 372127 Nord RDN2008/UTM 33N: 5116465 Quota ingresso: 430 m
Geologia e Geomorfologia
Caratteri fisiografici
Ubicazione: Prealpi Giulie
Area carsica: San Pietro al Natisone (C) Morfologia: rilievo montuoso Geomorfologia: versante Contesto attuale: boschivo Distanza dal mare: >10.000 m Distanza da fonte d'acqua: 500-1.000 m Note caratteri fisiografici:
Caratteri interni
Andamento: Semplice orizzontale
Pozzi: No
Planimetria: articolata: più vani
Ampiezza piano calpestabile: 100 mc m
Tipologia terreno calpestabile: sabbioso prevalente
Grotta turistica: No
Concrezionamento: scarso / assente
Acqua interna: No
Note caratteri interni:
Ingressi
Ingresso 1
Lat. WGS84: 46,189750222058
Lon. WGS84: 13,342900641918
Quota ingresso: 430 m s.l.m.
Archeologia
Data
1976-1977Autore
Circolo Speleologico e Idrologico FriulanoConservati
SiPubblicati
SiNote
Sondaggio di scavo. I materiali faunistici giacevano a circa 0.90 m di profondità in giacitura secondaria in un deposito argilloso-umido privo di stratigrafia a causa del disturbo operato in antico da agenti esterni, plausibilmente identificabili nell’azione di fluitazione delle consistenti acque sotterranee un tempo attive nella cavità.Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Stratigrafia: no
Area indagine: parziale
Cronologia: Pleistocene, Medioevo?
Materiali
Ceramici: 1 frammento di orlo esoverso e solco reggi coperchio di olla
Paleontologici: 1 cranio di Ursus spelaeus privo di mandibola e deformato "ad arco" forse a causa della pressione esercitata dal deposito soprastante.
Bibliografia: Maddaleni 2018, 2017; Dalla Vecchia 2008; Ponton 1978.
Depositi materiale
Situazione dei materiali: conservati
Denominazione deposito: Circolo Speleologico e Idrologico Friulano
Indirizzo deposito: via A. Diaz n. 58, 33100-Udine
Note
Non risultano disponibili informazioni contestuali in relazione alla data e alle modalità di recupero del frammento ceramico presente nella collezione del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano.Data
Anni Novanta del NovecentoAutore
Romano BinuttiConservati
SiPubblicati
NoNote
Recupero occasionale.Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Stratigrafia: no
Area indagine: parziale
Cronologia: Pleistocene
Materiali
Paleontologici: resti di uno scheletro incompleto di Ursus spelaeus.
Bibliografia: Muscio 2020; Maddaleni 2018, 2017; Binutti 1995.
Depositi materiale
Situazione dei materiali: conservati
Denominazione deposito: Antiquarium della Motta-Mostra del Fossile di Povoletto
Indirizzo deposito: via Roma n. 40, 33040-Povoletto (Ud)
Note
Lo scheletro di Ursus spelaeus esposto all'Antiquarium di Povoletto risulta completato con resti provenienti da altre cavità (in particolare la Caverna Pocala) (Maddaleni 2017, p. 98). Si ha notizia di alcuni frammenti ceramici (inediti), attualmente conservati nei depositi della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia - sede di Udine, derivati dalle ricerche di R. Binutti. Tra i contesti di provenienza di tali materiali appare possibile ipotizzare anche la Caverna di Landri (Maddaleni 2017, p. 98).Descrizione e rilievo
Descrizione dei vani interni della cavità
La caverna si apre ai piedi di un salto roccioso, a circa 15 minuti di marcia da Borgo Salandri, con un ampio portale che va restringendosi verso l'interno. Un'altra cavità, la Cavernetta del ruscello di Landri, si apre a circa 100m da questa, ma non le è stato mai attribuito un numero di catasto regionale in quanto le sue dimensioni sono trascurabili.
AGGIORNAMENTO del 1983:
durante una sommaria visita, sul fondo della caverna è stata notata un'ostruzione, costituita da materiale di frana parzialmente cementato da concrezionamento calcitico, il cui tentativo di forzatura ha portato la cavità allo sviluppo attuale. A partire dall'ingresso, sul lato sinistro, si notano chiaramente due specchi di faglia (dal p.1 al p.2 e dal p.6 al p.7 del rilievo). In tutto il tratto che dal p.10 va sino al p. b3 sono evidenti vari segni di rottura presumibilmente concomitanti e conseguenti al terremoto del 1976 e particolarmente nel p.b3 dove sono riscontrabili fratture nelle concrezioni. L'attività idrica è scarsa, ma presente, in alcuni rami, in caso di pioggia. Nel p.a4 si trova una pozzanghera quasi perenne oltre la quale possono esservi buone possibilità di prosecuzione e nel tratto dal p.a3 al p.a2 vi sono diverse vaschette concrezionate. Il p.a1 è un punto di assorbimento. Un'altra zona interessata da saltuaria attività idrica è quella terminale da cui l'acqua, proveniente dal punto 15, probabilmente invade la zona, venendo poi assorbita al p.14, dove si può notare un inghiottitoio imbutiforme; un altro piccolo inghiottitoio si trova al p.11. La condotta che parte tra i p.6 e p.7 del rilievo sembra attiva e diventa impraticabile oltre il p.x3. Possibilità di prosecuzione si riscontrano nel p.15, previo un allargamento del passaggio, e nel tratto compreso tra il p.2 e il p.4, dove un camino di medie dimensioni potrebbe portare in altri ambienti, anche se l'arrampicata da compiere implica notevoli rischi per la presenza di massi instabili.
Fotografie/immagini
Bibliografia
Guidi P. (a cura di)
Circolo Speleologico e Idrologico Friulano, Provincia di Udine (1997)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel capitolo "Antropospeleologia", uno specifico paragrafo, a cura di Muscio, viene riservato alla discussione dei dati bibliografici disponibili in letteratura in merito alle ricerche speleologiche in cavità del Friuli associate ad evidenze di tipo paletnologico e/o paleontologico. I titoli recensiti vengono forniti secondo un elenco analitico per autore, composto di 194 voci in totale, che riprende e aggiorna il precedente lavoro bibliografico redatto da Guidi (1973). Di ciascuna voce bibliografica vengono forniti: brevi indicazioni sulle evidenze (paletnologiche e/o paleontologiche) più significative emerse, note riassuntive dei principali argomenti trattati, indicazione degli specifici contesti in grotta menzionati, citati secondo il numero identificativo del Catasto Grotte del Friuli (sigla Fr).
Maddaleni P.
Museo Friulano di Storia Naturale (2017)
Collocazione: Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 38: 85-120, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo viene offerta una prima revisione sistematica dei dati disponibili per le circa 50 principali cavità di interesse paleontologico e paletnologico attestate in Friuli. Alla ricchezza dei siti (grotte e ripari) presenti in tale comparto territoriale contraddistinto da una peculiare conformazione geologica, si associa una disomogenea e talora lacunosa disponibilità di dati, a volte inediti e spesso giunti a noi privi dei necessari riferimenti contestuali oltre che di datazioni radiometriche, in quanto frutto di ricerche datate, svoltesi a partire dalla fine dell’Ottocento-primi del Novecento. Se nella maggior parte dei casi l’inquadramento crono-culturale dei siti può oggi basarsi solo sull’analisi tipologica dei materiali a noi giunti (ceramica, industria litica in primis), casi-studio di particolare interesse sono rappresentati dal Riparo di Biarzo, Grotta di Cladrecis e alcune cavità dell’Altopiano di Pradis (Grotta del Clusantin, Grotta del Rio Secco) oggetto in anni recenti di scavi sistematici e studi post-scavo multidisciplinari. Nel contributo l’avvio della revisione della bibliografia e dell’analisi delle collezioni di materiali conservati presso diversi Istituzioni (Museo Friulano di Storia Naturale e Circolo Speleologico e Idrologico Friulano) viene inteso quale primo passo di progetto di più ampia portata focalizzato sullo studio delle grotte in Friuli che dovrà necessariamente prevedere anche la programmazione di nuove ricerche sul territorio. Nella parte conclusiva del lavoro viene fornito anche un elenco delle cavità che hanno restituito solo reperti faunistici olocenici.
Paolo Maddaleni
Circolo speleologico e idrologico friulano (2018)
Collocazione: Mondo Sotterraneo, n.s. 42 (1-2): 55-82, Udine
Link: http://www.csif.it/easynet/Archivi/CSIF/Pdf/0000/263.PDF
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo si offre una sintesi della storia delle ricerca svolte dal Circolo Speleologico e Idrologico Friulano in oltre un secolo di attività nei siti in grotta di interesse paletnologico/paleontologico del Friuli, con particolare riferimento al settore delle Prealpi Giulie. Nel Catalogo dei siti citati nel testo vengono fornite, in ordine cronologico, le informazioni storiche e bibliografiche disponibili per ciascun contesto, anche corredate da illustrazioni di documenti o foto originali, con rimandi ad altro contributo (Maddaleni 2017) per l’approfondimento degli aspetti propriamente paletnologici e paleontologici in essi rilevati. Nell'ultima parte del lavoro sono raccolte informazioni relative ad altri siti di ambito sia regionale (tra cui l'Ipogeo celtico di Cividale) che extraregionale, divenuti negli anni oggetto delle ricerche del Circolo Speleologico udinese.
Dalla Vecchia F. M
Museo Friulano di Storia Naturale. Pubblicazioni (2008)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel Volume è presente un excursus sulla storia dei vertebrati del Quaternario (Olocene escluso) in Friuli, condotto sulla base di precedenti studi disponibili in letteratura. L'A. in riferimento alle associazioni di vertebrati pleistocenici (Pleistocene Superiore) rinvenute in numerosi contesti in grotta del territorio friulano, sottolinea come la valenza scientifica delle stesse risulti spesso inficiata dall'assenza dei dati stratigrafici di provenienza, non sistematicamente registrati nel corso dei primi scavi effettuati tra Otto- e Novecento ma anche in anni più recenti (es. Grotte Verdi di Pradis). Al polo opposto si pongono i dati disponibili per alcuni contesti oggetto di indagini di scavo stratigrafiche approfondite, quali la Grotta del Rio Secco e la Grotta del Clusantin (Altopiano di Pradis) e il Riparo di Biarzo (Valli del Natisone). Particolarmente diffusa tra le specie rinvenute nei siti ipogei appare l’Orso delle Caverne (Ursus spelaeus), che in uno specifico caso (Abisso di Viganti: materiali andati dispersi dopo la rotta di Caporetto) appare in associazione con il ghiottone (Gulo gulo), animale non comune indicatore della presenza al tempo di un clima rigido e di un ambiente di tundra. Si segnala che la cavità indicata nel testo come Mala Jama corrisponde alla Mala Pec (materiali in deposito presso il Museo Friulano di Storia Naturale).
Ponton M.
Civici Musei di Udine, Museo Archeologico e Museo Friulano di Storia Naturale. Lithostampa ed. (2020)
Collocazione: In: Muscio G., Visentini P. (a cura di), Antichi abitatori delle grotte in Friuli. La Preistoria nelle cavità delle Prealpi Giulie, Catalogo della Mostra, Castello di Udine marzo 2021- febbraio 2022, 35-45, Pasian di Prato (UD)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Le caratteristiche geologiche e le morfologie originali delle Prealpi e, in primis, delle Prealpi Giulie meridionali, rappresentano insieme alla facilità di accesso, alla buon esposizione e alla disponibilità di corsi d’acqua, dei fattori ottimali che nel tempo hanno favorito la frequentazione umana in tale comparto territoriale, la quale ha privilegiato sia i ripiani costituiti da depositi alluvionali localizzati in corrispondenza dei terrazzi fluviali sia, in particolare, le cavità e i ripari rocciosi. L’A. partendo quindi dalla dettagliata illustrazione del fenomeno del carsismo, a cui si deve la formazione e sviluppo delle numerose cavità presenti nell’area, passa quindi in rassegna alcuni tra i più significativi contesti ipogei (grotte e ripari) con evidenza di frequentazione umana, descrivendone le specifiche caratteristiche geo-morfologiche.
Muscio G.
Civici Musei di Udine, Museo Archeologico e Museo Friulano di Storia Naturale. Lithostampa ed. (2020)
Collocazione: In: Muscio G., Visentini P. (a cura di), Antichi abitatori delle grotte in Friuli. La Preistoria nelle cavità delle Prealpi Giulie, Catalogo della Mostra, Castello di Udine marzo 2021- febbraio 2022, 47-61, Pasian di Prato (UD)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo si illustra il quadro generale delle conoscenze, aggiornate agli studi più recenti disponibili in letteratura, sui resti di mammiferi di più ampia diffusione nel record fossile dei depositi in grotta del Friuli nel tardo Quaternario. A partire dalle faune attuali, l’A. discute i dati relativi alle specie animali frequentatrici delle cavità nelle diverse fasi cronologiche (dal Pleistocene Inferiore-Medio e Superiore all’Olocene Antico) fornendo riferimenti puntuali ai contesti in grotta di provenienza e all’importanza delle faune quali indicatori significativi ai fini della ricostruzione delle oscillazioni climatiche e delle modificazioni ambientali intercorse nel periodo considerato. Particolare attenzione tra i contesti in grotta viene riservata al Riparo di Biarzo (Prealpi orientali), in cui le interessanti e dettagliate evidenze disponibili in relazione ai complessi faunistici del Tardoglaciale-Olocene Antico consentono di ricostruire la stagionalità della frequentazione del riparo per attività di caccia e pesca e, in relazione al settore delle Prealpi Carniche, alla Grotta del Clusantin e alla Grotta del Rio Secco, in cui risultano attestate, rispettivamente, attività di caccia specializzata alla marmotta (alla fine del Paleolitico superiore) e peculiari forme di interazione tra Uomo di Neandertal e orso (Orso speleo e Orso bruno) durante il Musteriano finale.
Ponton M. (1978)
Collocazione: In: Atti del III Conv. di Speleologia del Friuli-Venezia Giulia, Gorizia novembre 1977, 323-327, Gorizia
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
L'A. passa in rassegna i risultati dei sondaggi di scavo effettuati dai soci del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano nei siti in grotta delle Valli del Natisone. Risultano compresi sia siti oggetto di scavi "storici" che contesti di recente scoperta. Oltre ad un'ampia relazione sui risultati delle indagini al Riparo di Biarzo, si ricordano anche il recupero di due anelli in bronzo nei livelli superficiali dell'entrata della Grotta di Ieronizza e il rinvenimeno di un'ascia in pietra levigata al Ciòndar des Paganis (confrontata con il pendente rinvenuto nella stessa cavità e con quello attestato al Foràn di Landri) e la scoperta di resti di Ursus spelaeus nella Caverna di Landri.
De Gasperi G.B.
Circolo speleologico e idrologico friulano (1909)
Collocazione: Mondo Sotterraneo, 5 (5/6): 94-95, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel descrivere le caratteristiche geomorfologiche della grotta, definita di minore importanza, l'A. menziona altre cavità (landri): il Foràn e la Spilunge di Landri (meglio nota come Ciòndar des Paganis).
Binutti R.
Società Filologica Friulana (1995)
Collocazione: Sot la Nape, 47 (3) (set. 1995): 37-46, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
L'A., riprendendo i dati disponibili in letteratura, descrive l'insediamento del Ciòndar des Paganis oltre a segnalare il recupero ed il successivo restauro di un esemplare pressoché completo di Ursus spelaeus rinvenuto nella Caverna di Landri (o Cret dal Landri) nei dintorni di Attimis (articolo scritto in friulano).