Nomi e numeri catastali
Nome principale: Bus de la Lum
Numero catasto: 15
Numero catasto locale: 153FR
Numero totale ingressi: 1
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 718 m
Sviluppo spaziale: 1400 m
Estensione: 157 m
Profondità: 182 m
Dislivello totale: 182 m
Quota fondo: 854 m
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 21/07/2012
Presenza targhetta: Si Area geografica: Prealpi Carniche Comune: Caneva Area provinciale: Pordenone Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 46,057685191393 Lon. WGS84: 12,410087238083 Est RDN2008/UTM 33N: 299668 Nord RDN2008/UTM 33N: 5103718 Quota ingresso: 1036 m
Geologia e Geomorfologia
Caratteri fisiografici
Ubicazione: Prealpi Carniche
Area carsica: Foresta del Cansiglio-Cavallo (A) Morfologia: altopiano Geomorfologia: ripiano – terrazzo Contesto attuale: prativo/arbustivo Distanza dal mare: >10000 m Note caratteri fisiografici:
Calcare del Cretaceo
Caratteri interni
Andamento: Misto
Pozzi: Sì
Grotta turistica: No
Acqua interna: No
Ingressi
Ingresso 1
Lat. WGS84: 46,057685191393
Lon. WGS84: 12,410087238083
Quota ingresso: 1036 m s.l.m.
Archeologia
Data
1997-2000Autore
Università degli Studi di Ferrara, Sopr. Arch. FVGConservati
SiPubblicati
SiNote
L'omonimo sito preistorico, oggetto di indagini archeologiche, si localizza all'aperto nei pressi dell'inghiottitoio, non interessato da rinvenimenti di interesse archeologico e/o paleontologico. Il sito all'aperto ha restituito evidenze riferibili alla presenza di un accampamento di cacciatori-raccoglitori del Paleolitico Superiore (Epigravettiano). Dai livelli superficiali messi in luce in corso di scavo sono inoltre emerse alcune evidenze (pozzetti con ricco contenuto carbonioso, lembi di terreno rubefatto dall'azione del fuoco, una moneta del Regno d'Italia del 1924) indicativi della presenza nell'area di carbonai dediti alla produzione di carbone da legna.Descrizione e rilievo
Descrizione dei vani interni della cavità
Il primo a scriverne è stato Giovanni Marinelli che attribuì il nome di Bus de la Lum a certe manifestazioni di fuochi fatui, riportando anche la notizia che le pietre vi cadevano per 19 secondi. Marson scandagliò l'abisso nell'agosto 1902, riscontrando la profondità di 460 metri, dato non confermato da un fallito tentativo di scandaglio eseguito dal C.S.I.F. un mese dopo. Nel luglio 1904 un nuovo scandaglio eseguito dal C.S.I.F. raggiungeva la profondità di 259 metri e in tale occasione la voragine venne esplorata fino a 60m di profondità e vennero fatti esperimenti per constatare l'esistenza, in profondità di gas venefici.
Il Bus de la Lum era già diventato leggendario e per vent'anni sarebbe rimasto negli annali della speleologia come l'abisso più noto, nonostante fosse il meno esplorato, anche perchè la speleologia fin dall'origine volle essere scienza, quando non era ancora neanche esplorazione.
Il fondo della voragine, a 223 metri di profondità, venne toccato nell'agosto 1924 dalla Commissione Grotte dell'Alpina delle Giulie con l'appoggio di materiali della Società Idroelettrica Veneta e dell'amministrazione forestale, con una campagna che ebbe grandissima risonanza. L'esplorazione, a parte i lavori di consolidamento ed imbrigliamento della grande conoide pensile di detriti a 60 metri di profondità, non presentò gravi difficoltà e valse a sfatare una delle più divulgate leggende sul mondo sotterraneo, frutto non dell'ingenua fantasia popolare, ma di quella molto più raffinata di quanti ex cathedra, autorevolmente pontificano.
Negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale nel Bus de la Lum sono state precipitate numerose salme di combattenti e civili catturati nella zona. Poi, allo scopo di occultare ogni traccia dell'operato, vi è stato gettato del pietrame in gran quantità. Successivamente una campagna esplorativa, condotta dal Gruppo Triestino Speleologi nel 1951, portò alla luce 38 salme.
In un'esplorazione effettuata nell'aprile 1960 è stato constatato che la profondità, originariamente valutata a 225 metri, si riduceva a soli 180 metri e che il cavernone finale risultava essere inaccessibile.
Nel giugno 1972, durante una discesa nella cavità da parte della Sezione Geospeleologica della Società Adriatica di Scienze di Trieste, la profondità della voragine è stata riportata a 180m e la lunghezza complessiva a 16m. In tale occasione è stato effettuato un nuovo rilievo.
La grotta è stata collegata nel 1981 al Pozzo dei Bellunesi (3506/1894FR).
AGGIORNAMENTO RILIEVO MIKOLIC U. 30/05/2004:
L'attuale fondo del Bus de la Lum (15/153FR) è costituito da una sala impostata su due fratture. La principale ha orientamento ENE-WSW e su di essa si congiungono dal lato Ovest il Bus de la Lum (15/153FR) e dal lato Est il Pozzo dei Bellunesi (3506/1894FR). L'altra ha una direzione NNE-SSW e si sviluppa verso Sud con un corridoio cieco di una decina di metri, mentre verso Nord prosegue con un ramo discendente che con un passaggio basso, ancora oggi ostruito da una frana di detriti, conduce al grande “Salone Lanterna”.
Negli anni 1992-‘93 il Gruppo Speleologico “Solve” del CAI di Belluno ha svolto un lungo e paziente lavoro di scavo, che ha permesso di rivisitare nuovamente la caverna finale, constatando che in periodi piovosi questa ultima si riempie di acqua fino ad un'altezza di oltre due metri. Sono state effettuate anche delle risalite: due camini alti circa 40-50 metri nel salone non hanno dato esiti positivi. Un'arrampicata invece di soli 9 metri superata da un terrazzo posto a 5 metri dal fondo del pozzo del Bus de la Lum ha portato a scoprire un interessante ramo percorso da un corso d'acqua, che è stato battezzato Ramo dello Scoiattolo. Il passaggio basso per la grande caverna negli anni successivi si è di nuovo ostruito, mentre il Ramo dello Scoiattolo nel corso del 2004 è stato rilevato accuratamente in occasione di un'esplorazione in collaborazione tra CGEB e il gruppo “Solve”. Da una finestra alta 4 metri e leggermente arretrata rispetto la verticale del pozzo si inizia a percorrere un corridoio in salita con delle pozze d'acqua, che dopo una decina di metri sbocca in una saletta anch'essa lunga una decina di metri. Si prosegue quindi lungo una forra risalendo dei facili tratti verticali, in genere caratterizzati da alcune piccole cascate, per giungere infine ad una seconda saletta dal pavimento pianeggiante. Dopo altri 8 metri, superato un passaggio basso, la galleria si sviluppa su due livelli. Il superiore, visitabile con una facile risalita, si presenta ben concrezionato. Subito dopo si sviluppa verso Est un ramo laterale, che dopo 7 metri prosegue con un alto camino inclinato, risalito solo per un trattato. Il ramo principale continua, invece, piuttosto basso e dopo altri 22 metri si incontra un secondo bivio. Sempre a sinistra si sviluppa un ramo laterale costituito da un meandro, che poi si allarga verso l'alto. In esso sono state effettuate delle risalite per un dislivello totale di una ventina di metri fino a fermarsi sotto un camino a campana alto almeno altri 10 metri. Invece proseguendo dritti e superato un tratto, un po' malagevole in salita, si sbocca dal basso in una graziosa saletta concrezionata lunga 15 metri e larga 6 metri. Il corso d'acqua si immette in questa parte da un'alta fessura inclinata, che qui forma una vivace e rumorosa cascata.
Bibliografia
Carlo Finocchiaro (1971)
Collocazione: in Enciclopedia Monografica della Regione F.V.G., 1: 173-190
Categorie: Antropospeleologia, Geospeleologia e carsismo
Indici: Aree carsiche, Geomorfologia e speleogenesi, Archeologia