Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta del Cane
Numero catasto: 1113
Numero catasto locale: 328FR
Numero totale ingressi: 1
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 529 m
Dislivello positivo: 15 m
Dislivello totale: 15 m
Quota fondo: 515 m
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 13/01/2013
Presenza targhetta: Si Area geografica: Prealpi Giulie Comune: Drenchia Area provinciale: Udine Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 46,168178212723 Lon. WGS84: 13,631295607425 Est RDN2008/UTM 33N: 394340 Nord RDN2008/UTM 33N: 5113644 Quota ingresso: 515 m
Geologia e Geomorfologia
Caratteri fisiografici
Ubicazione: Prealpi Giulie
Area carsica: San Leonardo (C) Morfologia: rilievo collinare Geomorfologia: versante Idrologia: corso d'acqua temporaneo (attuale) Contesto attuale: boschivo Distanza dal mare: >10.000 m Distanza da fonte d'acqua: 500-1.000 m Note caratteri fisiografici:
bancone carbonatico nel Flysch dello Iudrio
Caratteri interni
Andamento: Semplice orizzontale
Pozzi: No
Planimetria: articolata: più vani
Ampiezza piano calpestabile: m
Tipologia terreno calpestabile: roccioso affiorante/subaffiorante
Grotta turistica: No
Concrezionamento: scarso / assente
Acqua interna: Sì
Note caratteri interni:
Ingressi
Ingresso 1
Lat. WGS84: 46,168178212723
Lon. WGS84: 13,631295607425
Quota ingresso: 515 m s.l.m.
Morfologia: parete
Terreno superficie esterna: roccioso affiorante/subaffiorante
Archeologia
Data
1915Autore
Ardito DesioConservati
NoPubblicati
SiNote
Sondaggi di scavo. Nel corso di uno stesso intervento vennero praticati due sondaggi in corrispondenza di un cunicolo, leggermente elevato, sul fondo della cavità: "sondaggio H" a circa 15 m dall'ingresso in un deposito non rimaneggiato; "sondaggio K" a qualche m di distanza dal primo più verso il fondo della cavità (Desio 1920, p. 28, fig. 3)Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Stratigrafia: no
Area indagine: parziale
Settore: sondaggio H
Cronologia: ?
Periodo: ?
Materiali
Paleontologici: resti faunistici in discreto stato di conservazione (circa 30 frammenti) tra cui risultano compresi resti di Canis sp.? e di 1 ruminante?
Botanici: carboni (residuo di focolare?)
Bibliografia: Maddaleni 2017; Rupel 2005, 2000; Bressan 1997; Brozzi 1981; Bianchetti 1977; Leben 1967; Desio 1920.; De Gasperi 1916.
Note
I resti vennero rinvenuti a circa 0.30 m di profondità in un deposito non rimaneggiato. Andarono tutti dispersi, prima di essere studiati, in seguito all'invasione austrica del Friuli nel 1917.Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Stratigrafia: no
Area indagine: parziale
Settore: sondaggio K
Cronologia: Preistoria-Protostoria?
Periodo: Neolitico Recente-Eneolitico o età del Bronzo?
Materiali
Ceramici: recipiente quasi completo, ricomposto da frammenti sparsi, "di grandi dimensioni, con un'ansa sola a breve distanza dall'orlo lisciato, e con alcune decorazioni costituenti dei cordoni rilevati incrociantesi in due punti (Desio 1920, p. 29, fig. 4). Le pareti presentavano uno spessore di circa 1 cm e in frattura erano leggibili variazioni cromatiche dal nero (nucleo) al rosso indicative di cottura a fuoco libero.
Paleontologici: resti faunistici (circa 20 frammenti) indeterminati
Bibliografia: Maddaleni 2017; Rupel 2005, 2000; Bressan 1997; Brozzi 1981; Bianchetti 1977; Leben 1967; Desio 1920.; De Gasperi 1916.
Note
I materiali andarono dispersi in seguito all'invasione austriaca del Friuli nel 1917.Data
1918?Autore
Ardito DesioConservati
SiPubblicati
NoNote
Nel corso del 1918 (o 1919?) Desio effettuò nuove indagini negli stessi punti ("H" e "K") già investigati nel corso del 1915. L'anno delle indagini rimane incerto: in assenza di altri documenti di archivio, essendo biennale (1919-1920) il numero di "Mondo Sotterraneo" in cui è edito il contributo, la generica indicazione "nel dicembre dello scorso anno" quale momento in cui lo studioso fece ritorno nella cavità, non consente di risalire con precisione all'anno effettivo delle indagini.Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Stratigrafia: no
Area indagine: parziale
Settore: sondaggio H
Cronologia: ?
Periodo: ?
Materiali
Paleontologici: 1 osso carpale frammentario di Cervus elaphus
Bibliografia: Maddaleni 2017; Rupel 2005, 2000; Bressan 1997; Brozzi 1981; Bianchetti 1977; Leben 1967; Desio 1920.; De Gasperi 1916.
Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Stratigrafia: no
Area indagine: parziale
Settore: sondaggio K
Cronologia: Preistoria-Protostoria?
Periodo: Neolitico Recente-Eneolitico o età del Bronzo?
Materiali
Ceramici: alcuni frammenti pertinenti allo stesso recipiente rinvenuto nel corso delle indagini del 1915
Bibliografia: Maddaleni 2017; Rupel 2005, 2000; Bressan 1997; Brozzi 1981; Bianchetti 1977; Leben 1967; Desio 1920.; De Gasperi 1916.
Data
1981Autore
Circolo Speleologico e Idrologico FriulanoConservati
SiPubblicati
NoNote
Rinvenimento occasionale nell'area del "sondaggio K".Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Stratigrafia: no
Settore: area del sondaggio K
Cronologia: Preistoria-Protostoria?
Periodo: Neolitico Recente-Eneolitico o età del Bronzo?
Materiali
Ceramici: 2 frammenti di parete plausibilmente pertinenti allo stesso recipiente individuato da Desio in corrispondenza del "sondaggio K" nel corso delle indagini del 1915 e 1918?
Bibliografia: Maddaleni 2017; Ponton 2005.
Depositi materiale
Situazione dei materiali: conservati
Denominazione deposito: Circolo Speleologico e Idrologico Friulano
Indirizzo deposito: via A. Diaz n. 58, 33100-Udine
Note
In Ponton (2005, p. 28) si cita il rinvenimento di "un piccolo frammento in terracotta". Nelle collezioni del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano i frammenti ceramici attribuiti alla cavità risultano attualmente 2.Descrizione e rilievo
Breve descrizione del percorso d'accesso
La grotta si trova risalendo il bosco lungo l'ultimo rio prima di giungere all'abitato di Paciuch, dove la strada di apre in un piccolo parcheggio. Questo rio fuoriesce dalla grotta stessa, che si trova ai piedi di una piccola parete rocciosa, sotto ad un grande pino.
L'ingresso si apre a forma di caverna a 3 metri dalla base di una parete verticale. Ha una lunghezza di 4 metri ed un'altezza massima di 2,2 m. è facilmente raggiungibile con una semplice arrampicata. La grotta si sviluppa in un banco di conglomerato poggiante su uno strato di flish di diverse decine di metri di spessore. Al momento della verifica della posizione, la parte iniziale della grotta risultava abitata da due pipistrelli, diversi opilionidi e nuvole di limonia nubeculosa.
Descrizione dei vani interni della cavità
La grotta si presenta come una risorgiva permanente, che si sviluppa quasi interamente lungo un ramo principale sul fondo del quale scorre il torrente interno, le cui acque sono presenti per quasi tutta la lunghezza della grotta.
All'inizio si trova un meandro abbastanza ampio, tale da permettere allo speleologo di procedere in posizione eretta; per le prime decine di metri l'acqua è assente, all'abbassarsi della volta della galleria si incontra il torrente. Da questo punto la grotta assume l'aspetto che conserverà per tutta la sua lunghezza: un'altezza media di 40cm, la maggior parte dei quali occupata dall'acqua, ed una larghezza che varia da 1 a 3m. La prosecuzione è ulteriormente ostacolata dalla presenza di concrezioni sul fondo della grotta, che formano una sorta di piccoli ponticelli disposti trasversalmente alla galleria.
Dopo 200m si giunge in un piccolo vano asciutto, dal quale la galleria prosegue per alcune decine di metri senza più seguire il torrente. In questo breve tratto la grotta cambia morfologia, assumendo il tipico aspetto di un meandro fossile, largo circa 1m e lato 2-4m. Poco dopo aver nuovamente incontrato il torrente si trova l'unica biforcazione della grotta: sulla sinistra risalendo una piccola venuta d'acqua, attraverso un breve meandro, si arriva in un'ampia sala. Questo ambiente, il cui fondo è interamente occupato da un laghetto profondo circa 1m, è il più ampio della grotta, misurando 4m X 8m x 10m di altezza, ed è caratterizzato da alcune concrezioni molto spettacolari.
Il ramo principale prosegue risalendo il torrente sul fondo del meandro e assume nuovamente l'aspetto caratteristico di una galleria larga e molto bassa. A questo punto inizia la parte più difficile della grotta per la presenza di alcuni passaggi semi-sifonanti molto bassi, il più lungo dei quali misura ben 30m. Successivamente si arriva in un meandro, alto circa 3m, dove si vede uscire il torrente da un piccolo sifone. Questo può venire superato risalendo il meandro per circa 3m e percorrendo quello che, evidentemente, era il vecchio ramo attivo. Dopo aver percorso pochi metri ci si trova di fronte ad un salto di circa 4m, sul cui fondo un piccolo laghetto pone fine della cavità.
Questa grotta con i suoi 529m di sviluppo è la terza per estensione delle Valli del Natisone.
Una nota tratta da Leben (1967) riporta che "nel vestibolo della grotta, sin dove arriva la luce diurna, sono stati trovati, a 30cm dalla superficie, resti di carboni e di ossa animali". Non lungi da questo punto sono state trovate altre ossa con frammenti di un grande vaso liscio e rotondo dalla bocca stretta e fondo non rilevato (Desio 1920, 28). Sul dorso porta un piccolo manico e rilievi plastici che si incrociano fra di loro. Il recipiente si avvicina tipologicamente alle forme presenti nel tardo neolitico padano. Analogie tipologiche con questo recipiente le troviamo nel Ciondar del Paganis, dove hanno presumibilmente trovato - tra l'altro - anche reperti del tardo neolitico (Feruglio 1916, 3).
Fotografie/immagini
Bibliografia
Guidi P. (a cura di)
Circolo Speleologico e Idrologico Friulano, Provincia di Udine (1997)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel capitolo "Antropospeleologia", uno specifico paragrafo, a cura di Muscio, viene riservato alla discussione dei dati bibliografici disponibili in letteratura in merito alle ricerche speleologiche in cavità del Friuli associate ad evidenze di tipo paletnologico e/o paleontologico. I titoli recensiti vengono forniti secondo un elenco analitico per autore, composto di 194 voci in totale, che riprende e aggiorna il precedente lavoro bibliografico redatto da Guidi (1973). Di ciascuna voce bibliografica vengono forniti: brevi indicazioni sulle evidenze (paletnologiche e/o paleontologiche) più significative emerse, note riassuntive dei principali argomenti trattati, indicazione degli specifici contesti in grotta menzionati, citati secondo il numero identificativo del Catasto Grotte del Friuli (sigla Fr).
Maddaleni P.
Museo Friulano di Storia Naturale (2017)
Collocazione: Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 38: 85-120, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo viene offerta una prima revisione sistematica dei dati disponibili per le circa 50 principali cavità di interesse paleontologico e paletnologico attestate in Friuli. Alla ricchezza dei siti (grotte e ripari) presenti in tale comparto territoriale contraddistinto da una peculiare conformazione geologica, si associa una disomogenea e talora lacunosa disponibilità di dati, a volte inediti e spesso giunti a noi privi dei necessari riferimenti contestuali oltre che di datazioni radiometriche, in quanto frutto di ricerche datate, svoltesi a partire dalla fine dell’Ottocento-primi del Novecento. Se nella maggior parte dei casi l’inquadramento crono-culturale dei siti può oggi basarsi solo sull’analisi tipologica dei materiali a noi giunti (ceramica, industria litica in primis), casi-studio di particolare interesse sono rappresentati dal Riparo di Biarzo, Grotta di Cladrecis e alcune cavità dell’Altopiano di Pradis (Grotta del Clusantin, Grotta del Rio Secco) oggetto in anni recenti di scavi sistematici e studi post-scavo multidisciplinari. Nel contributo l’avvio della revisione della bibliografia e dell’analisi delle collezioni di materiali conservati presso diversi Istituzioni (Museo Friulano di Storia Naturale e Circolo Speleologico e Idrologico Friulano) viene inteso quale primo passo di progetto di più ampia portata focalizzato sullo studio delle grotte in Friuli che dovrà necessariamente prevedere anche la programmazione di nuove ricerche sul territorio. Nella parte conclusiva del lavoro viene fornito anche un elenco delle cavità che hanno restituito solo reperti faunistici olocenici.
Bressan F.
Memorie dell'Istituto Italiano di Speleologia. Circolo Speleologico e Idrologico Friulano, Provincia di Udine (1997)
Collocazione: In: Muscio G. (a cura di), Il Fenomeno carsico delle Valli del Natisone (Prealpi Giulie - Friuli), s.2, 9: 15-20, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nell'articolo vengono passati in rassegna i più significativi siti preistorici in cavità delle Valli del Natisone, con particolare riferimentio a quelli "storici" scoperti dai soci del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano nei primi anni del Novecento, i cui materiali sono in più casi divenuti l'oggetto di studi di revisione da parte dello stesso A.. Ampio risalto viene inoltre riservato al Riparo di Biarzo, il solo sito ad essere stato oggetto di scavi stratigrafici in tempi più recenti. Nella parte terminale dell'articolo viene fornito un elenco dei siti in grotta che hanno restituito resti faunistici.
Paolo Maddaleni
Circolo speleologico e idrologico friulano (2018)
Collocazione: Mondo Sotterraneo, n.s. 42 (1-2): 55-82, Udine
Link: http://www.csif.it/easynet/Archivi/CSIF/Pdf/0000/263.PDF
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo si offre una sintesi della storia delle ricerca svolte dal Circolo Speleologico e Idrologico Friulano in oltre un secolo di attività nei siti in grotta di interesse paletnologico/paleontologico del Friuli, con particolare riferimento al settore delle Prealpi Giulie. Nel Catalogo dei siti citati nel testo vengono fornite, in ordine cronologico, le informazioni storiche e bibliografiche disponibili per ciascun contesto, anche corredate da illustrazioni di documenti o foto originali, con rimandi ad altro contributo (Maddaleni 2017) per l’approfondimento degli aspetti propriamente paletnologici e paleontologici in essi rilevati. Nell'ultima parte del lavoro sono raccolte informazioni relative ad altri siti di ambito sia regionale (tra cui l'Ipogeo celtico di Cividale) che extraregionale, divenuti negli anni oggetto delle ricerche del Circolo Speleologico udinese.
De Gasperi G.B.
Circolo Speleologico ed Idrologico Friulano (1916)
Categorie: Antropospeleologia, Biospeleologia, Documentazione speleologica, Geospeleologia e carsismo, Paleontologia, Speleologia tecnica
Indici: Archeologia, Botanica, Fauna, Geomorfologia e speleogenesi, Guide e narrativa, Leggende, folklore, culto, Storia della speleologia
Nel volume è presente un catalogo descrittivo di tutte le più significative cavità e voragini del Friuli discusse secondo l'area geografica di appartenenza. Dove disponibili, l’A. riporta specifici riferimenti alla storia delle ricerche e alle eventuali indagini paletnologiche in esse effettuate, comprensivi delle relative citazioni bibliografiche. Il capitolo finale appare riservato all’analisi dei resti umani, dei fossili e della fauna vivente sino ad allora rinvenuti nelle grotte friulane. (Edito anche come "Memorie Geografiche di G. Dainelli", 30: 1-220)
Bianchetti A. (1977)
Collocazione: Studi Storici e Geografici, Ed. Pacini, 1: 7-76, Pisa
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Ampio contributo sulla Preistoria delle Valli del Natisone. Dopo una parte introduttiva dedicata agli aspetti geo-morfologici e ambientali, l’A. passa in rassegna gli insediamenti noti nell’area (dalla Pre-/Protostoria al Medioevo), fornendo per ciascun contesto una approfondita discussione dei dati disponibili sulla storia delle ricerche e sui reperti archeologici e/o paleontologici rinvenuti, corredata da un esaustivo apparato bibliografico. Numerosi sono i contesti in grotta menzionati, di cui l’A., oltre alla relativa frequenza in un ambito territoriale ristretto, sottolinea l’importanza ai fini della ricostruzione delle dinamiche del popolamento umano del territorio.
Boscarol C., Mlinar M., Montagnari Kokelj E., Žbona Trkman B.
Studi e Ricerche sulla Gallia Cisalpina. Quasar ed. (2007)
Collocazione: In: Chiabà M., Maggi P., Magrini C. (a cura di), Le Valli del Natisone e dell'Isonzo tra Centroeuropa e Adriatico, Atti del Convegno Internazionale di Studi, San Pietro al Natisone-Udine settembre 2006, 20: 27-42, Roma
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
A partire dalla revisione critica dell’attendibilità dei dati archeologici disponibili per l’area in oggetto, condotta sulla base di parametri selezionati (attendibilità dei contributi editi; presenza/assenza di rumore di fondo), si presenta un quadro interpretativo di sintesi del popolamento delle Valli del Natisone e Isonzo dal Paleolitico all’età del Bronzo. Di ciascun periodo individuato (Paleolitico; Mesolitico; Neolitico-età del Rame-Bronzo Antico; età del Bronzo) vengono discussi, anche con il ricorso a carte di distribuzione, i soli dati ritenuti certi (dati contestuali, rinvenimenti sporadici) cui solo in sede di sintesi vengono affiancati i dati giudicati incerti (o rumore di fondo: materiali non in posto, andati dispersi, etc.) dal minore potenziale informativo. Da segnalare la disponibilità di carte tematiche relative alla distribuzione complessiva dei siti nei due macro-periodo considerati (Preistoria e Protostoria) in cui, pur in assenza di riferimenti che consentano la puntuale localizzazione dei siti rappresentati, il raffronto tra dati certi (materiali in posto e sporadici) e incerti (materiali dislocati) mostra la netta differenza dei due quadri ricostruttivi emergenti.
Muscio G., Sello U.
Cooperativa Lipa ed. (2000)
Collocazione: In: Petricig P. (a cura di), Valli del Natisone/Nediške doline. Ambiente, Cultura materiale, Arte, Tradizioni popolari, Lingua, Storia, 26-33, San Pietro al Natisone (Ud)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Dopo una parte introduttiva relativa alle caratteristiche geologiche delle Valli del Natisone, si propone una panoramica delle principali grotte di interesse speleologico o più specificamente paletnologico presenti nell'area. Tra queste ultime una discussione più approfondita viene dedicata a San Giovanni d'Antro e ad alcune tra le più significative cavità di interesse preistorico dell'area, di cui si offrono brevi cenni di inquadramento cronologico.
Rupel L.
Cooperativa Lipa ed. (2000)
Collocazione: In: Petricig P. (a cura di), Valli del Natisone/Nediške doline. Ambiente, Cultura materiale, Arte, Tradizioni popolari, Lingua, Storia, 247-261, San Pietro al Natisone (Ud)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
L'A., servendosi dei dati disponibili in letteratura, offre un excursus diacronico (dalla Preistoria al Medioevo) delle evidenze archeologiche (siti, ritrovamenti) attestate nelle Valli del Natisone, aggiornato alle più recenti scoperte. Numerosi sono i contesti in grotta citati a partire dal Riparo di Biarzo, il sito più antico delle Valli (dal Paleolitico Superiore finale) e l'unico ad essere stato indagato sistematicamente con moderni metodi scientifici. In più casi i riferimenti cronologici alle cavità di interesse preistorico, oggetto di vecchie indagini, presentano delle incertezze o imprecisioni riconducibili alla lacunosità dei dati contestuali al tempo raccolti oltre che alla disponibilità, al tempo della stesura del contributo, di revisioni solo parziali dei complessi di materiali rinvenuti, oggi superate da studi più aggiornati.
Ponton M.
Civici Musei di Udine, Museo Archeologico e Museo Friulano di Storia Naturale. Lithostampa ed. (2020)
Collocazione: In: Muscio G., Visentini P. (a cura di), Antichi abitatori delle grotte in Friuli. La Preistoria nelle cavità delle Prealpi Giulie, Catalogo della Mostra, Castello di Udine marzo 2021- febbraio 2022, 35-45, Pasian di Prato (UD)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Le caratteristiche geologiche e le morfologie originali delle Prealpi e, in primis, delle Prealpi Giulie meridionali, rappresentano insieme alla facilità di accesso, alla buon esposizione e alla disponibilità di corsi d’acqua, dei fattori ottimali che nel tempo hanno favorito la frequentazione umana in tale comparto territoriale, la quale ha privilegiato sia i ripiani costituiti da depositi alluvionali localizzati in corrispondenza dei terrazzi fluviali sia, in particolare, le cavità e i ripari rocciosi. L’A. partendo quindi dalla dettagliata illustrazione del fenomeno del carsismo, a cui si deve la formazione e sviluppo delle numerose cavità presenti nell’area, passa quindi in rassegna alcuni tra i più significativi contesti ipogei (grotte e ripari) con evidenza di frequentazione umana, descrivendone le specifiche caratteristiche geo-morfologiche.
Leben F. (1970)
Collocazione: Adriatica Praehistorica et Antiqua, Miscellanea Gregorio Novak dicata, 407-437, Zagreb
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Studio sulle stazioni preistoriche delle Alpi sud-orientali; vi sono citate brevemente alcune cavità delle Valli del Natisone. Il lavoro, scritto in lingua slovena, è corredato da un ampio riassunto in tedesco e richiama un contributo più ampio dello stesso A. (Leben 1967).
Corazza S., Simeoni G., Zendron F.
Circolo culturale Menocchio (2006)
Collocazione: In: Corazza S., Simeoni G., Zendron F., Tracce archeologiche di antiche genti. La protostoria in Friuli, 1: 53-155, Montereale Valcellina (Pn)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Il lavoro presenta una versione aggiornata (al mese di giugno 2005) delle schede-sito curate da S. Vitri nel 1990. I siti esaminati si localizzano nell’area compresa tra il Friuli (provincia di Pordenone e di Udine con la Carnia e il Canale del Ferro), il Goriziano e i territori prossimi alla foce dell'Isonzo (Duino, provincia di Trieste), cronologicamente inquadrabili tra la Preistoria (dal Paleolitico in poi) e la Protostoria sino alla romanizzazione. Di ogni località vengono brevemente descritte le evidenze emerse (materiali, strutture), il contesto di rinvenimento e la bibliografia complessiva disponibile in letteratura. A corredo del testo vengono inoltre fornite una serie carte di distribuzione dei siti (Carta I-VIII) suddivise in base a specifici intervalli cronologici selezionati (es. Paleolitico Medio e Superiore; Mesolitico e Neolitico; Eneolitico e Bronzo Antico, etc.). Tra i contesti citati non trova conferma la presenza in un deposito in grotta presso Clodig (Grimacco).
Brozzi M. (1981)
Collocazione: Memorie Storiche Forogiuliesi, 61: 51-67, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Dopo alcuni cenni introduttivi relativi alla conformazione geografico-geologica delle Valli del Natisone e alla storia del popolamento dell'area (dalla Preistoria all'Alto Medioevo), in cui si fa solo un generico riferimento alle numerose grotte presenti, abitate "sin dal Paleolitico", l'A. fornisce un elenco sintetico, organizzato per località e anno di rinvenimento, delle evidenze archeologiche e paleontologiche complessivamente rinvenute, suddivise in macro-periodi (preromano, romano, altomedievale, etc.) con relativi riferimenti bibliografici. Numerosi sono i contesti in grotta menzionati.
Del Fabbro A. (1977)
Collocazione: In: Atti del II Conv. di Spel. del Friuli-Venezia Giulia, Udine marzo 1975, 70-77, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Dopo un'ampia illustrazione del metodo di funzionamento del radiocarbonio (14C) e delle sue potenzialità applicative ai fini dell'individuazione di datazioni assolute dei depositi archeologici, l'A. passa in rassegna i siti della regione in cui l’applicazione di tale metodo potrebbe consentire un significativo avanzamento nelle conoscenze delle dinamiche del popolamento umano nella Preistoria. Oltre a numerose cavità del Friuli orientale, in relazione al territorio pordenonese l’A. discute il caso delle Grotte Verdi di Pradis.
Leben F.
Inštitut za arheologijo ZRC SAZU (1967)
Collocazione: Arheološki Vestnik, 18: 43-110, Ljubjana
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
In questa ampia nota (in lingua slovena con riassunto in tedesco) vengono descritti una quarantina di siti preistorici in grotta localizzati in prevalenza nel Carso Triestino. Per le Prealpi Giulie vengono descritte alcune tra le cavità più note (Velika Jama, Foràn di Landri, Ciòndar des Paganis e Grotta di Paciuch). Oltre a mappe di distribuzione dei siti, risultano in più casi disponibili le ricostruzioni grafiche dei profili stratigrafici messi in luce nei diversi contesti.
Desio A.
Circolo speleologico e idrologico friulano (1920)
Collocazione: Mondo Sotterraneo, 15-16 (1919-1920): 25-30, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
L'A., dopo la descrizione della cavità e la menzione dei vari toponimi locali, approfondisce la storia delle indagini da lui stesso condotte nel sito a partire dal 1914. Sondaggi di scavo effettuati a più riprese in due punti distinti del tratto interno della grotta, portarono alla luce dei resti animali (tra cui Canis sp. e ruminanti) e resti di carbone oltre ai frammenti di un recipiente ansato a bocca ristretta, decorato da cordoni plastici, attribuito, anche per confronto con gli esemplari noti rinvenuti alla Velika Jama e al Ciòndar des Paganis, ad una fase recente del Neolitico. Come affermato dallo stesso A., tali materiali andarono dispersi dopo Caporetto.
Rupel L.
Museo Nazionale di Cividale del Friuli (2005)
Collocazione: Forum Iulii. Annuario del Museo Nazionale di Cividale del Friuli, 28: 55-78, Cividale del Friuli (Ud)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Primo contributo sulla carta archeologica delle Valli del Natisone, relativa ai rinvenimenti (abitato certo/supposto, tumulo o tombe certi/supposti, materiale sporadico di superficie, grotta) definiti in base a fonti di tipo bibliografico, carto-/topografico, etnografico e toponomastico, dei comuni di Drenchia e Grimacco. Dopo una sintesi introduttiva sulla storia degli studi relativi alle Valli del Natisone, ripercorsa sin dalle prime opere a carattere storico risalenti al XVI secolo, i siti vengono presentati in schede che seguono la suddivisione amministrativa. Tra i contesti l'unica grotta descritta è quella di Paciuch, nel comune di Drenchia.
Ponton M.
Circolo speleologico e idrologico friulano (2005)
Collocazione: Mondo Sotterraneo, n.s., 28 (1-2): 23-30, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Contributo dedicato alla discussione degli aspetti geologici e speleologici, aggiornati alle più recenti indagini, della grotta. Di questa si propone una sintesi della storia delle esplorazioni, con particolare riferimento alle indagini di scavo effettuate nel 1914 da Desio. Lo studioso vi rinvenne alcuni resti faunistici, carboni e frammenti ceramici pertinenti ad uno stesso recipiente, ricostruito e da lui stesso descritto in un disegno, andato poi disperso in seguito agli eventi bellici del primo conflitto mondiale.
Fornaciari G.
Museo Friulano di Storia Naturale (1973)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
L'A., nel delineare la storia dell'Istituzione e delle sue collezioni, menziona a più riprese i soci del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano alle cui decennali indagini sul campo si devono molti dei materiali poi confluiti nei depositi museali. In riferimento alle collezioni paletnologiche, si ricordano in particolare i numerosi reperti (circa un migliaio) raccolti dal sodalizio friulano nelle grotte delle Valli del Natisone e nella zona di Faedis.