23 | Grotta Noè
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta Noè
Nome principale sloveno: Pečina v Rubijah
Numero catasto: 23
Numero catasto locale: 90VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 31/12/2000
Affidabilità posizione: 2º gruppo riposizionamento regionale GPS (2000)
Presenza targhetta: No
Area geografica: Carso Triestino
Comune: Duino Aurisina / Devin Nabrežina
Area provinciale: Trieste
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale
Lat. WGS84: 45,74662467
Lon. WGS84: 13,70154798
Est RDN2008/UTM 33N: 399000.134
Nord RDN2008/UTM 33N: 5066716.172
Quota ingresso: 197 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 566 m
Profondità: 123 m
Dislivello totale: 123 m
Quota fondo: 74 m
Descrizione dei vani interni della cavità
Il nome della grotta è quello del primo visitatore, il filologo Enrico Noè che vi discese nel 1878.
Per la grandiosità della voragine d'accesso e la spettacolare bellezza di alcuni tratti delle gallerie sottostanti, la cavità è molto nota e alcune sue rappresentazioni fotografiche sono apparse in varie riviste e pubblicazioni. La grotta di conseguenza è frequentatissima e accade spesso che nella sua discesa si impegnano anche speleologi con una scarsa preparazione e addirittura persone prive di qualsiasi esperienza. Infatti sono accaduti vari incidenti, alcuni dei quali mortali e con le sue sei vittime la cavità ha purtroppo un tragico primato che tuttavia non scoraggia le visite più avventate.
Data la frequenza delle visite nella grotta non ci sono più alcune formazioni calcitiche, distrutte o asportate, e sono scomparse alcune esili stalagmiti, alte alcuni metri, che sono invece visibili nelle fotografie delle prime esplorazioni dell'inizio del secolo. Sono presenti vaschette sia sempre piene che asciutte.
Trascurando un piccolo pozzo individuato nella galleria maggiore, non sono state scoperte altre prosecuzioni. La cavità rappresenta indubbiamente il relitto di un grande sistema sotterraneo scavato da un corso d'acqua di notevoli proporzioni.
AGGIORNAMENTO:
nel 1991, a 14m dall'orlo dell'ingresso, è stato individuato un piccolo foro che, allargato con un lavoro di scavo, ha permesso di accedere ad un nuovo ramo che viene quasi ad essere una cavità a sè stante. Questo foro si apre sul lato Sud del pozzo, cioè dalla parte opposta a quella dove normalmente viene effettuata la discesa, in una zona ancora ricca di vegetazione.
Il ramo inizialmente è costituito da un cunicolo di una quindicina di metri che nella parte centrale risulta essere molto basso e fangoso. Successivamente la cavità si sviluppa su due livelli: quello superiore costituito da due cavernette sovrastate da qualche alto camino, quello inferiore formato da un corridoio che torna indietro verso il pozzo d'accesso ma che, probabilmente per poco, non sbocca sullo stesso.
E' stato anche individuato, nella parete SE del pozzo d'accesso, un altro piccolo ramo che, con due finestrelle ed un breve cunicolo, immette in una stanzetta interna con depositi di guano.