Nome principale: Bus de le Anguane
Numero catasto: 3278
Numero catasto locale: 1666FR
Numero totale ingressi: 1
Data primo accatastamento: 01/01/1980
Non sono presenti informazioni
Descrizione ingresso
Numero ingresso: 1
Nome ingresso: Ingresso 1
Ingresso principale: Si
Targhettatura
Presenza targhetta: No
Località
Comune: Maniago
Area geografica: Prealpi Carniche
Area provinciale: Pordenone
Tipo carta: 1:5.000
Carta CTRN 1:5.000: 065014 - Monte Jouf
Rilevamento posizione
Metodo rilevamento: GRAFICO -> Riconoscimento su carta
Tipo coordinate rilevate: Metriche Gauss-Boaga - Fuso Est
Latitudine: 5117288
Longitudine: 2342975
Lat. WGS84: 46,18594565
Lon. WGS84: 12,70604071
Est RDN2008/UTM 33N: 322971,271
Nord RDN2008/UTM 33N: 5117265,557
Quota ingresso (s.l.m.): 340 m
Autori della posizione
Non sono presenti informazioni
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 12 m
Dislivello positivo: 2,5 m
Dislivello totale: 2,5 m
Quota fondo: 340 m
Andamento cavità: Semplice orizzontale
Stato della cavità
Grotta turistica: No
Meteorologia ipogea
Non sono presenti informazioni
Danneggiamenti
Non sono presenti informazioni
Geologia
fonte: Carta geologica del Friuli Venezia Giulia alla scala 1:150.000
Litologia: Carbonati massivi
Ambiente: Depositi di piattaforma aperta
Età: Cretaceo sup.- Paleocene sup.
Formazione: | Calcareniti del Molassa Fm. dei Calcari del Carso triestino p.p Calcari di Monte San Michele |
Aspetti culturali
archeologico/paleontologico
Catasto Ragionato Informatico delle Grotte Archeologiche
Vincoli
Vincolo paesaggistico: Segnalata alla Regione per futura tutela
Breve descrizione del percorso d'accesso
Piccola cavità posta sulla sinistra idrografica del torrente Colvera, nella forra denominata "Buso del Colvera". Ben visibile dalla strada che conduce a Frisanco, si presenta con un portale ben squadrato; l'ingresso s'apre al di sopra di una paretina che ne rende l'accesso difficile. Una scalinata scavata nella roccia ne caratterizza l'ingresso.
Descrizione dei vani interni della cavità
Alcuni lavori d'adattamento (gradini, sbancamenti vari) testimoniano che, in un'epoca imprecisata, la grotta ebbe anche un interesse antropico.
La cavità è conosciuta in loco con il toponimo che si riferisce alla leggenda.
Data rilievo: 20/01/1980
Tipo rilievo: Primo rilievo
Autori del rilievo
Autore: Paolo Giovagnoli
Gruppo appartenenza: CSIF - Circolo Speleologico Idrologico Friulano
Autore: Maurizio Ponton
Gruppo appartenenza: CSIF - Circolo Speleologico Idrologico Friulano
File rilievi presenti
Tipo file rilievo: Pianta e sezione
Scarica rilievo originale
Planimetria georiferita
La georeferenziazione della planimetria della cavità è comunque da intendersi indicativa, per l'accuratezza far riferimento alla scheda rilieviNon sono presenti informazioni
Bibliografia
Tonon M.
Museo Civico di Scienze Naturali (1992)
Collocazione: Catalogo della Mostra realizzata dal Museo di Storia Naturale di Pordenone, Pordenone 1989, 150 pp., Pordenone
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Si riporta la descrizione della cavità, visitata da Marinoni in compagnia del prof. Marinelli con la guida dei fratelli Commessati, il cui piano pavimentale era al tempo ostruito da massi derivati dal crollo della volta. L'A., oltre all'assenza di tracce riferibili alla frequentazione umana e animale, ritiene non sia possibile pensare di praticarvi degli scavi "perché pericolosissimo, nessuna probabilità di riuscita per le frane che ne occupano ora il suolo di origine".
Chiaradia G.
Società Filologica Friulana, Tip. Doretti (1970)
Collocazione: In: "Pordenon", 47° Congr. della Soc. Filologica Friulana, 22-29, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nota critica sullo stato delle ricerche preistoriche nella provincia di Pordenone. Tra i siti vengono menzionate le Grotte Verdi di Pradis dove gli scavi stratigrafici da poco realizzati hanno portato all’individuazione di industrie litiche attribuibili ad un livello di frequentazione del Paleolitico (“età preneolitica”) e a più recenti livelli definiti neolitici in base alla presenza di ceramica “scarsa e poco qualificata, di impasto grossolano e mal cotta”. Le cavità di Pradis insieme al Bus de le Anguane (Maniago) vengono inoltre ricordati tra le località che hanno restituito resti faunistici pleistocenici (di Ursus spelaeus in particolare).
Altan M.G.B.
Società Alpina Friulana (1986)
Collocazione: In: Guida del Friuli, VI. Prealpi Carniche, 170-183, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nell'illustrare la frequentazione della zona in esame nel corso della Preistoria l'A. cita brevemente due siti del pordenonese, le Grotte Verdi di Pradis cui vengono riferiti generici "resti di "ursus speleus", punte di freccia e raschiatoi" e la Bus de le Anguane in Val Colvera, attribuita al Neolitico.
Guidi P. (a cura di)
Circolo Speleologico e Idrologico Friulano, Provincia di Udine (1997)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel capitolo "Antropospeleologia", uno specifico paragrafo, a cura di Muscio, viene riservato alla discussione dei dati bibliografici disponibili in letteratura in merito alle ricerche speleologiche in cavità del Friuli associate ad evidenze di tipo paletnologico e/o paleontologico. I titoli recensiti vengono forniti secondo un elenco analitico per autore, composto di 194 voci in totale, che riprende e aggiorna il precedente lavoro bibliografico redatto da Guidi (1973). Di ciascuna voce bibliografica vengono forniti: brevi indicazioni sulle evidenze (paletnologiche e/o paleontologiche) più significative emerse, note riassuntive dei principali argomenti trattati, indicazione degli specifici contesti in grotta menzionati, citati secondo il numero identificativo del Catasto Grotte del Friuli (sigla Fr).
Maddaleni P.
Museo Friulano di Storia Naturale (2017)
Collocazione: Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 38: 85-120, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo viene offerta una prima revisione sistematica dei dati disponibili per le circa 50 principali cavità di interesse paleontologico e paletnologico attestate in Friuli. Alla ricchezza dei siti (grotte e ripari) presenti in tale comparto territoriale contraddistinto da una peculiare conformazione geologica, si associa una disomogenea e talora lacunosa disponibilità di dati, a volte inediti e spesso giunti a noi privi dei necessari riferimenti contestuali oltre che di datazioni radiometriche, in quanto frutto di ricerche datate, svoltesi a partire dalla fine dell’Ottocento-primi del Novecento. Se nella maggior parte dei casi l’inquadramento crono-culturale dei siti può oggi basarsi solo sull’analisi tipologica dei materiali a noi giunti (ceramica, industria litica in primis), casi-studio di particolare interesse sono rappresentati dal Riparo di Biarzo, Grotta di Cladrecis e alcune cavità dell’Altopiano di Pradis (Grotta del Clusantin, Grotta del Rio Secco) oggetto in anni recenti di scavi sistematici e studi post-scavo multidisciplinari. Nel contributo l’avvio della revisione della bibliografia e dell’analisi delle collezioni di materiali conservati presso diversi Istituzioni (Museo Friulano di Storia Naturale e Circolo Speleologico e Idrologico Friulano) viene inteso quale primo passo di progetto di più ampia portata focalizzato sullo studio delle grotte in Friuli che dovrà necessariamente prevedere anche la programmazione di nuove ricerche sul territorio. Nella parte conclusiva del lavoro viene fornito anche un elenco delle cavità che hanno restituito solo reperti faunistici olocenici.
Dalla Vecchia F. M
Museo Friulano di Storia Naturale. Pubblicazioni (2008)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel Volume è presente un excursus sulla storia dei vertebrati del Quaternario (Olocene escluso) in Friuli, condotto sulla base di precedenti studi disponibili in letteratura. L'A. in riferimento alle associazioni di vertebrati pleistocenici (Pleistocene Superiore) rinvenute in numerosi contesti in grotta del territorio friulano, sottolinea come la valenza scientifica delle stesse risulti spesso inficiata dall'assenza dei dati stratigrafici di provenienza, non sistematicamente registrati nel corso dei primi scavi effettuati tra Otto- e Novecento ma anche in anni più recenti (es. Grotte Verdi di Pradis). Al polo opposto si pongono i dati disponibili per alcuni contesti oggetto di indagini di scavo stratigrafiche approfondite, quali la Grotta del Rio Secco e la Grotta del Clusantin (Altopiano di Pradis) e il Riparo di Biarzo (Valli del Natisone). Particolarmente diffusa tra le specie rinvenute nei siti ipogei appare l’Orso delle Caverne (Ursus spelaeus), che in uno specifico caso (Abisso di Viganti: materiali andati dispersi dopo la rotta di Caporetto) appare in associazione con il ghiottone (Gulo gulo), animale non comune indicatore della presenza al tempo di un clima rigido e di un ambiente di tundra. Si segnala che la cavità indicata nel testo come Mala Jama corrisponde alla Mala Pec (materiali in deposito presso il Museo Friulano di Storia Naturale).
Bon M., Piccoli G., Sala B. (1991)
Collocazione: Memorie di Scienze Geologiche, 43: 185-231, Padova
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Catalogo ragionato dei vertebrati fossili del Quaternario dell'Italia nord-orientale (Tre Venezie). Dei numerosi siti friulani compresi nello studio, alcuni vengono ampiamente discussi (Pleistocene Superiore: Grotte Verdi di Pradis, Velika Jama; Olocene Antico: Riparo di Biarzo), altri solo brevemente menzionati tra i "Rinvenimenti minori".
De Piero G.
Chiandetti ed. (1985)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Opera divulgativa dedicata alla Preistoria del territorio friulano. Dopo un capitolo introduttivo in cui si offrono cenni di inquadramento geologico, l'A. passa in rassegna i siti preistorici friulani più rappresentativi di ciascuna fase culturale crono-culturale (dal Paleolitico all’età dei metalli), tra cui numerosi sono quelli in cavità. Da sottolineare è la presenza di notazioni, corredate da rimandi bibliografici, spesso imprecise quando non del tutto errate: tra gli esempi, l'inquadramento del Ciòndar des Paganis nel Paleolitico Medio, e la pressoché esclusiva attribuzione alla sola fase neolitica delle altre cavità citate. Tra i “Ritrovamenti preistorici di vario genere” sono menzionati anche la Bus de le Anguane (Maniago) e la grotta Clap dal Lof (Cavazzo Carnico). Quest’ultima, menzionata da Marinoni, non venne più rintracciata nelle ricerche compiute alla fine dell’Ottocento. Le indagini condotte nell’area circostante portarono al solo rinvenimento di un riparo giudicato privo di interesse sia paletnologico che paleontologico.
Bosio L.
Maniago: Comitato per il Millenario (1981)
Collocazione: In: Mor C. G. (a cura di), Maniago. Pieve, Feudo, Comune, 21-32, Maniago
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Tra le più antiche attestazioni di frequentazione umana dell'area si cita la cosiddetta Bus de le Anguane ("Bûs da li' Anguani"), localizzata alle pendici del Monte San Lorenzo in Val Colvera, sulla sinistra idrografica dell'omonimo corso d'acqua, in cui vennero recuperati non meglio descritti materiali ceramici e litici insieme a "tracce di materiale combusto". Secondo l'A. queste evidenze comprovano l'utilizzo antropico della cavità sin dal Neolitico e confermano l'importanza della Val Colvera quale area di raccordo tra le Prealpi e la pianura sottostante. A tali scoperte archeologiche e in particolare al recupero di "ossa di animali preistorici" rimandano inoltre alcuni articoli di giornale dell'epoca (anni 1968 e 1971) citati in nota.
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