8000 | Inghiottitoio sotto Casera Val Dolce
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Inghiottitoio sotto Casera Val Dolce
Numero catasto: 8000
Numero catasto locale: 4942FR
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 14/07/2019
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: Si Area geografica: Alpi Carniche Comune: Paularo Area provinciale: Udine Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 46,565470269299 Lon. WGS84: 13,185207253863 Est RDN2008/UTM 33N: 360916 Nord RDN2008/UTM 33N: 5158478 Quota ingresso: 1685 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 123 m
Sviluppo spaziale: 218 m
Profondità: 125 m
Dislivello totale: 125 m
Quota fondo: 1560 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
Dalla Casera di Val Dolce si scende in direzione Sud Ovest il vasto prato antistante; si segue quindi un ruscelletto che scompare pochi metri prima di una paretina di roccia, ai cui piedi si apre la grotta.
Descrizione dei vani interni della cavità
La grotta è un inghiottitoio ostruito parzialmente da massi di frana. Per accedervi si trascura una prima bassa galleria, ortogonale alla paretina rocciosa, che chiude su frana, e ci si dirige sulla sinistra dell'ingresso, ove si incontra uno strettissimo cunicolo orizzontale della lunghezza di pochi metri, che porta ad una minuscola saletta. Da qui una serie di saltini conducono ad una galleria di dimensioni un po’ più ampie. Nel 2004, è stato aperto tra i massi antistanti la paretina un ingresso artificiale di dimensioni più agevoli. Usufruendo di tale passaggio, si raggiunge una sala discendente, il cui pavimento non è che la prosecuzione della frana dell’ingresso. Un basso passaggio tra i massi del fondo porta a una piccola galleria, dove ci si ricongiunge con la via che giunge dal primo ingresso. Un breve e basso cunicolo a sezione ellittica in direzione opposta porta sull’orlo di un pozzetto di pochi metri con acqua (P6). La grotta prosegue ora intervallando stretti tratti di meandro attivo a due piccoli salti, di cui il primo arrampicabile. La sala alla base del secondo pozzo (P7) è interessata da forte stillicidio, l’acqua che si raccoglie defluisce poi attraverso un esiguo passaggio. La sala presenta uno scivolo roccioso il cui fondo è caratterizzato, almeno nella parte terminale, da un discreto deposito di materiale argilloso. Risalendo in direzione opposta si raggiungono due piccoli condotti: quello in direzione del secondo pozzo risulta chiuso dopo pochi metri, mentre l’altro, in direzione opposta, è percorso da una discreta corrente di aria e dopo una brusca svolta raggiunge ambienti di dimensioni maggiori (Via dei Grassi). Si tratta di un meandro piuttosto ampio, specie se raffrontato con il resto della cavità, largo fino a 2 m e alto fino a 5-6 m. La roccia grigia si presenta piuttosto levigata, pur non mancando le sporgenze; il pavimento è a gradoni , per la presenza di marmitte; è presente un po’ di stillicidio ed un arrivo sulla sinistra. Dopo una quindicina di metri, un saltino immette alla base di un camino con un discreto arrivo d’acqua. Il ramo prosegue con un basso meandro ben bagnato la cui percorribilità è ostacolata dalla presenza di lame di roccia. Quest’ultimo rappresenta il limite esplorato di questo ramo.