565 | Grotta delle Ninfe
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta delle Ninfe
Numero catasto: 565
Numero catasto locale: 2687VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 27/05/2004
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: San Dorligo della Valle / Dolina Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 45,6181758 Lon. WGS84: 13,87763134 Est RDN2008/UTM 33N: 412496.664 Nord RDN2008/UTM 33N: 5052238.199 Quota ingresso (s.l.m.): 124 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 65 m
Dislivello positivo: 10 m
Profondità: 2,5 m
Dislivello totale: 12,5 m
Quota fondo: 121,5 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
La grotta, chiamata dai primi escursionisti Antro di Aligi, si apre poco più in alto del corso del Torrente Rosandra, nel punto dove viene ad esaurirsi un canalone che solca il fianco destro della valle, a metà del quale si eleva la guglia rocciosa chiamata "Montasio".
Descrizione dei vani interni della cavità
La parte iniziale della cavità è costituita da un antro non più vasto dell'imboccatura e quindi interamente illuminato dalla luce esterna, nel quale il suolo è formato da sedimenti argillosi alquanto asciutti; si notano resti di fuochi e rifiuti, essendo la grotta molto frequentata da gitanti. Procedendo verso l'interno, la volta si abbassa progressivamente fino a lasciare un passaggio assai angusto, dal quale normalmente scaturisce un piccolo corso d'acqua che attraversa la cavità e va a scaricarsi nel vicino torrente; la sua portata supera di poco il litro al secondo e non è soggetta a notevoli aumenti anche in periodi piovosi. I pochi centimetri di pelo libero non consentono di solito di spingersi più avanti, ma in occasione di persistenti siccità, l'acqua cessa di defluire e si può accedere ad un breve vano. Durante l'anno 1971, dal mese di luglio a quello di novembre non piovve ed il Rosandra stesso seccò completamente; in queste eccezionali condizioni il livello dell'acqua nella cavità scese ulteriormente, permettendo di penetrare in un cunicolo dal fondo allagato, che venne percorso fino al punto in cui un tratto sifonante mise fine all'esplorazione.
Le caratteristiche morfologiche di questa parte della grotta sono quelle tipiche delle cavità attive, con marcate forme corrosive e depositi sabbiosi, e va inoltre rilevato che essa si sviluppa più in basso dell'alveo del Rosandra. Quanto osservato ha permesso di stabilire che l'andamento dei vani, normalmente inaccessibili, è ben diverso da quello descritto da alcuni sommozzatori che vi erano penetrati in immersione, e che, tralatro, tali vani sono difficilmente percorribili anche senza le ingombranti attrezzature subacquee.
Sarebbe interessante accertare se l'acqua che scorre sul fondo della Fessura del Vento (930/4139VG) è la stessa che esce da questa grotta, che è l'unica risorgiva attiva della Val Rosandra, in quanto la Fonte Oppia non è accessibile all'uomo, mentre l'Antro di Bagnoli (76/105VG) è situato oltre lo sbocco della valle stessa. Finora non sono state fatte osservazioni sul regime della sorgente, nè un'analisi chimica dell'acqua, che tuttavia è certamente potabile.