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Catasto Speleologico Regionale

 

Aggiornamento scheda catastale




5 | Abisso sopra Chiusa


100m 500m 1000m
PDF KML GPX SHP

Nomi e numeri catastali

Nome principale: Abisso sopra Chiusa

Numero catasto: 5

Numero catasto locale: 116VG

Numero totale ingressi: 1

Nome immagine

Ingresso principale

Data esecuzione posizione: 01/12/1999

Affidabilità posizione: Corretto

Presenza targhetta: Si

Area geografica: Carso Triestino

Comune: Trieste

Area provinciale: Trieste

Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale

Lat. WGS84: 45,63406973

Lon. WGS84: 13,84582957

Est RDN2008/UTM 33N: 410042.735

Nord RDN2008/UTM 33N: 5054039.208

Quota ingresso (s.l.m.): 368 m

Caratteristiche

Sviluppo planimetrico: 192 m

Sviluppo spaziale: 343 m

Estensione: 65 m

Profondità: 193 m

Dislivello totale: 193 m

Quota fondo: 175 m

Breve descrizione del percorso d'accesso

Le vetture (max n.02) possono essere lasciate sulla SS14 che porta a Basovizza, poco prima che tale strada diventi il rettilineo che conduce a Basovizza. Presso l'ultima marcata curva a gomito prima di emergere sull'altipiano, l'ingresso con cancello verde (lato dx senso di marcia in salita) segna il vecchio accesso alla cava Italcementi. Passando a destra del cancello via sentiero, si percorre il viottolo principale per circa 100m, per poi prendere una traccia il leggera salita che si stacca a sinistra: dopo circa 80m, sulla destra sono presenti dei massi in una piccola depressione. Una piccola apertura triangolare tra i massi costituisce l'accesso alla cavità

Descrizione dei vani interni della cavità

La prima esplorazione dell'Abisso sopra Chiusa venne effettuata dal C.C.T.(Club Touristi Triestini) nel 1894, incontrando difficoltà assai rilevanti e, ancora oggi, la visita comporta un notevole impegno e richiede preparazione ed esperienza.
La cavità sprofonda in una serie di pozzi verticali che, a causa della friabilità della roccia, sono soggetti a frequenti cadute di pietre. Il salto più pericoloso è comunque quello a fondo cieco che chiude la prima parte dell'abisso e nel quale non è necessario scendere. Per raggiungere infatti la massima profondità, si imbocca una breve galleria che porta al grande pozzo interno anch'esso ricco di gradini con pietre instabili. La grotta ha termine con una galleria, interrotta da brevi salti estremamente franosi, che si esaurisce in una saletta ingombra di massi ed argilla. Attualmente la grotta è ricolma di pattume e usata come discarica, e l'ingresso è chiuso da un grosso masso.
Nel 1996, il GTS ha rifatto la poligonale del ramo che porta al fondo riscontrando un errore sia nella profondità (189m anzichè 233m) che nell'orientamento della pianta (NE anzichè NW).
AGGIORNAMENTO 2023
Nell'ambito di una revisione generale del fenomeno carsico presente nella zona dello sviluppo della grotta "Impossibile", la CGEB di Trieste ha completamente rivisto l'abisso di Chiusa, ritopografando il tutto con mezzi moderni, effettuando delle riesplorazioni e delle misure geomorfologiche, oltrechè attuando alcuni campionamenti di rocce e depositi alluvionali.
DALL'INGRESSO AL FONDO CIECO DI -122m
L'ingresso della cavità, rispetto quanto descritto nelle prime relazioni, è agibile e la cava ex Italcementi, abbandonata da diversi anni, non ha intaccato la struttura della grotta. Dopo essere scivolati attraverso lo stretto pertugio, sotto una lastra in acciaio e dei massi, un breve scivolo terroso porta all'ingresso vero e proprio della prima verticale, profonda 86 metri. Ai primi metri di discesa va posta attenzione e non muovere, con i piedi, dei sassi anche di medie dimensioni incastrati nella parete, legati da probabile matrice marnosa e segno di apporto via flusso idrico alloctono. Il primo pozzo, benche presenta diversi ripiani e appoggi, è da considerarsi struttura morfologicamente omogenea e non interrotta nella sua verticalità. Una normale, minima, attenzione va posta al breve scivolo di quota -25m (ove si calpesta del materiale sciolto) e al canalino di -53m: in ogni caso la progressione non è pericolosa. A -25m è utile, per agevolare la discesa, effettuare un breve traverso verso NE per spostarsi dalle zone di caduta diretta di eventuali sassi. La discesa continua senza particolari esigenze sino a toccare lo scivolo franoso e ripido posto a quota -90m: qui compaiono i primi segni d'immondizia gettati nella grotta. Lo scivolo e il successivo attacco del P.32 sono le zone più franose della cavità, ove bisogna prestare attenzione alla progressione e possibilmente muoversi in piccole squadre. E' possibile attrezzare un traverso in corda per evitare di poggiare sullo scivolo. L'ambiente in ogni caso è suggestivo, con forme d'erosione a cascata inversa. Giunti sul bordo del pozzo, la discesa è lineare sino al fondo di -122m, fermo restando un ponte di roccia e pietrisco con terrazzino posto 5m prima del fondo. Il fondo, occluso da pietrame, è ricolmo d'immondizia gettata nella grotta, su tutto materiali ferrosi e plastica.

DALL'INGRESSO AL FONDO DI -193m
Dall'ingresso, si effettua la discesa dal P.86 sino quasi al suo termine: 10m prima del fondo, si pendola verso un'evidente finestra ovale concrezionata, direzione ESE. Da questo punto, un corto P.3 appoggiato (utile corda) va in continuità strutturale verso una piccola sala, dalla quale inizia un breve e suggestivo cunicolo-galleria con chiari ed evidenti segni di passato regime freatico. Ancora posti nella saletta sotto il P.3, risale per 30m un lungo camino totalmente eroso e interessato da forte stillicidio: nella riedizione topografica attuale, tale camino non è stato rilevato sino alla sua sommità ma è stato effettuato un splay di misure per i primi 15m. In ogni caso il camino, risalito, termina con fessure impraticabili. Tornando alla galleria, il termine della medesima affaccia su un grande e suggestivo ambiente molto concrezionato: per raggiungerlo, bisogna scendere il P.14
Alla sua base, con una breve risalita verso E, ci si può affacciare sopra una verticale di 12m (P.12), chiusa al fondo da clasti di medie e grandi dimensioni.
La via del fondo invece, prosegue evidente sul lato opposto della sala, ove inizia la discesa del P.50
Fronte all'attacco corda, sono state raggiunte due finestre tra le concrezioni, che risultano chiuse ad ulteriori vani. E' ben evidente in questo ambiente, la potente faglia NE-SO che ha generato la sala e il pozzo sottostante.
La verticale di 50m inizia appoggiata su colata calcitica, per poi verticalizzarsi dopo circa 20m di discesa. Il pozzo è pulito e non presenta terrazzini franosi. Nella sua parte mediana-terminale, il concrezionamento sparisce per lasciare spazio alla roccia erosa e ben distinta nella formazione ad alveoline e nummuliti. La verticale si esaurisce in una grande sala, caratterizzata, nel suo ingombro, da materiale roccioso a grana fine, argilla compatta e alcuni grandi massi appoggiati: un accenno di galleria, in direzione NE, si esaurisce dopo 20m in una piccola nicchia. Una finestra alta posta fronte alla parete di discesa è stata raggiunta e non ha dato esiti positivi verso altri vani liberi.
Si prosegue nella evidente verticale successiva di 10m, che si snoda curiosamente con una parete formata da matrice a conglomerati e roccia: alla base la cavità effettua una torsione direzionale e si riposiziona su assi NE rispetto all'asse E-O dalla quale si proviene. Una galleria lunga 8m, alta mediamente 4m e larga mediamente 4m, porta alla partenza del P.18, una verticale in parte appoggiata e che si sviluppa a gradoni. Giunti alla base, per la progressione non sono più necessari i materiali d'armo, si cammina in una galleria inclinata mediamente di 20°: al punto 1.34 del rilievo topografico, discende un breve pozzo cieco e nel medesimo punto, insiste sul piano di galleria un consistente deposito di ciottoli (flysch) e breccia calcarea, cementati da matrice flyschoide/marnosa. Si prosegue nella galleria in tipico ambiente del carso maturo, quindi tra depositi calcitici, massi e depositi argillosi. Un breve basso passaggio segna il termine della galleria e l'ingresso nella sala del fondo, caratterizzata da un ambiente di medie dimensioni (10x8m), con una significativa colata calcitica in salita densa di stalattiti e, alla base, alcuni massi franati. Il punto più basso della sala (caposaldo 1.38) coincide con il termine della revisione della poligonale effettuata dal GTS Trieste nel 1996. Da questo punto insiste ancora un breve cunicolo, aperto da ignoti, che porta alla profondità massima di -193m dal piano di superficie. Non sono apprezzabili correnti d'aria o altre probatorie che possano indicare una facile prosecuzione in nuovi vani.

Rilievo: Pianta (27/08/2020)

Abisso sopra Chiusa

Rilievo: Sezione (27/08/2020)

Abisso sopra Chiusa

Centra la mappa


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