43 | Grotta Nera
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta Nera
Nome principale sloveno: Pečina nad Borštom
Numero catasto: 43
Numero catasto locale: 140VG
Numero totale ingressi: 3
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 30/12/2008
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Trieste Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale Lat. WGS84: 45,63038246 Lon. WGS84: 13,8514661 Est RDN2008/UTM 33N: 410476.18 Nord RDN2008/UTM 33N: 5053623.243 Quota ingresso: 390 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 69 m
Profondità: 36 m
Dislivello totale: 36 m
Quota fondo: 354 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
La caverna si apre in una piccola dolina ubicata sul lato NE della Particella Sperimentale del Bosco Bazzoni.
La via più breve per raggiungerla è il sentiero CAI n°49 che parte da S. Lorenzo. Inizialmente il sentiero costeggia il ciglione carsico ed il margine Sud del Bosco Bazzoni, quindi incontra il profondo scavo della Cava Scoria. Percorrendo il perimetro della cava lungo il sentiero, si giunge alle spalle della particella Sperimentale.
Descrizione dei vani interni della cavità
L'ingresso principale è un basso portale rivolto a Nord, del quale è evidente il notevole arretramento dovuto al progressivo crollo della sottile volta. Esistono altri due ingressi alti, molto angusti. A pochi metri dall'ingresso principale il suolo diventa subito più ripido. La grotta è stata usata per la bonifica dei residuati bellici, (da ciò ha preso il nome di Grotta Nera), ed una delle esplosioni ha aperto uno squarcio dal quale un breve salto porta in una vasta caverna. Qui scende una ripida china, formata dal terriccio nerastro precipitato con lo sfondamento della parete, che porta ad un ultimo vano, ingombro di rottami, che segna la fine della cavità.
Da alcuni assaggi effettuati dal Battaglia è risultato che la grotta era abitata nella preistoria ed infatti è stata in seguito indicata con il nome di Caverna delle Selci. Purtroppo, come è avvenuto per la VG237, l'opera dei rastrellatori ha pregiudicato ogni possibilità di continuare gli scavi.
Una leggenda narra che, nel passato, la grotta ospitasse un lazzaretto ed il camino che fora la volta della prima caverna venisse usato per calare il cibo ai lebbrosi.