Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta presso il Cimitero di Duino
Numero catasto: 1743
Numero catasto locale: 4556VG
Numero totale ingressi: 1
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 37,5 m
Profondità: 6,5 m
Dislivello totale: 6,5 m
Quota fondo: 17,5 m
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 07/05/2011
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Duino Aurisina / Devin Nabrežina Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 45,78440661 Lon. WGS84: 13,59417508 Est RDN2008/UTM 33N: 390722 Nord RDN2008/UTM 33N: 5071055 Quota ingresso (s.l.m.): 24 m
Geologia e Geomorfologia
Caratteri fisiografici
Ubicazione: Carso
Area carsica: Carso (A) Morfologia: altopiano Contesto attuale: boschivo Distanza dal mare: <1.000 m Distanza da fonte d'acqua: <500 m
Caratteri interni
Andamento: Semplice orizzontale
Pozzi: Sì
Planimetria: semplice: unico vano
Grotta turistica: No
Concrezionamento: significativo
Acqua interna: No
Ingressi
Ingresso 1
Lat. WGS84: 45,78440661
Lon. WGS84: 13,59417508
Quota ingresso: 24 m s.l.m.
Terreno superficie esterna: roccioso affiorante/subaffiorante
Archeologia
Data
1969Autore
Società Alpina delle GiulieConservati
NoPubblicati
-Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Cronologia: Preistoria, età romana
Materiali
Ceramici: manufatti non determinati
Bibliografia: Gherlizza, Halupca 1988; Durigon 1999
Note
"Durante la prima esplorazione, vennero rinvenuti alcuni frammenti di ceramica romana [inclusi resti di grossi laterizi, secondo Durigon 1999] ed alcuni cocci preistorici, che probabilmente sono stati gettati dall'esterno" (Gherlizza, Halupca 1988, p. 222).Descrizione e rilievo
Breve descrizione del percorso d'accesso
L'ingresso del pozzo venne individuato casualmente, tra la quota 24 ed il Cimitero di Duino, nel corso di un sopralluogo effettuato per il riconoscimento del tracciato di una strada romana; si apre alla base di una paretina che limita una piccola depressione.
Descrizione dei vani interni della cavità
Il primo tratto della cavità è costituito da un cunicolo dalla volta levigata, che sbocca dopo una strozzatura in un ambiente più spazioso, accessibile tramite un breve salto. La grotta si prolunga in una galleria rettilinea, dal suolo pianeggiante costituito da terriccio asciutto e friabile, ed è chiusa all'estremità da una frana consolidata e coperta da un crostello calcitico.
La cavità è stata scavata da un modesto corso d'acqua che ha incontrato in una linea di frattura le condizioni per un più rapido approfondimento; mentre la parete NE si presenta compatta ed uniforme, con qualche tratto coperto da belle colate, quella contrapposta è accidentata da aggetti e risalti formati dal crollo degli strati, al quale si deve l'ampliamento del vano.
Durante l'esplorazione non sono state notate tracce di visite precedenti ed è singolare il fatto che la grotta, pur trovandosi in una zona disseminata di trincee ed opere belliche, non è stata adattata a ricovero militare.
Lungo la galleria sono stati rinvenuti alcuni cocci romani e preistorici, probabilmente gettati dall'esterno.
Bibliografia
Guidi P., Torelli L.
Commissione Grotte “Eugenio Boegan” (2017)
Collocazione: Atti e Memorie della Commissione Grotte “Eugenio Boegan”, 47 : 109-134, Trieste
Link: https://www.boegan.it/wp-content/uploads/2017/05/09_LE-RICERCHE-SPELEOLOGICHE.pdf
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Breve storia delle ricerche speleologiche condotte nella zona delle fonti del Timavo, dagli inizi (1899) al primo decennio del XXI secolo, che hanno portato un notevole contributo alla conoscenza del fenomeno carsico ipogeo della zona. Vengono inoltre fornite indicazioni di interesse storico-archeologico. Chiudono il lavoro cenni descrittivi delle cavità che vi si aprono e un’essenziale bibliografia di riferimento.