Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta di Viganti
Nome principale sloveno: Olobinjica
Numero catasto: 110
Numero catasto locale: 66FR
Numero totale ingressi: 2
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 1450 m
Profondità: 252 m
Dislivello totale: 252 m
Quota fondo: 307 m
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 31/12/1999
Presenza targhetta: Si Area geografica: Prealpi Giulie Comune: Nimis Area provinciale: Udine Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale Lat. WGS84: 46,24481326 Lon. WGS84: 13,28992013 Est RDN2008/UTM 33N: 368170.585 Nord RDN2008/UTM 33N: 5122669.719 Quota ingresso: 534 m
Geologia e Geomorfologia
Caratteri fisiografici
Ubicazione: Prealpi Giulie
Area carsica: Monte La Bernadia (A) Morfologia: altopiano Geomorfologia: ripiano – terrazzo Idrologia: corso d'acqua temporaneo (attuale) Contesto attuale: prativo/arbustivo Distanza dal mare: >10000 m Distanza da fonte d'acqua: <500 m Note caratteri fisiografici:
Caratteri interni
Andamento: Tratti verticali e orizzontali alternati
Pozzi: Sì
Planimetria: articolata: più vani
Ampiezza piano calpestabile: m
Grotta turistica: No
Acqua interna: Sì
Note caratteri interni:
Ingressi
Ingresso basso
Lat. WGS84: 46,24481326
Lon. WGS84: 13,28992013
Quota ingresso: 534 m s.l.m.
Morfologia: riparo
Terreno superficie esterna: roccioso affiorante/subaffiorante
Ingresso alto
Lat. WGS84: 46,24458236606
Lon. WGS84: 13,289958634588
Quota ingresso: 559 m s.l.m.
Archeologia
Data
Inizi del NovecentoAutore
Circolo Speleologico e Idrologico FriulanoConservati
SiPubblicati
SiNote
Due rinvenimenti effettuati da alcuni soci del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano nel 1904 (Gortani 1908) e da G. B. De Gasperi nel 1912 (De Gasperi 1912a, b). Nell'intervento del 1912 i resti faunistici vennero rinvenuti in un cunicolo laterale della cavità, sul fondo di una "marmitta dei giganti". I resti, in giacitura secondaria, erano contenuti in un deposito rimaneggiato dall'azione erosiva delle acque sotterranee che trasportarono a valle del punto originario di giacitura solo parte dei resti faunistici ivi giacenti.Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Stratigrafia: no
Area indagine: parziale
Settore: indagini 1904
Cronologia: Pleistocene
Materiali
Paleontologici: resti di Ursus spelaeus (denti, metatarsi), in cui risultano compresi i resti al tempo riferiti alla "var. Ursus spelaeus minor".
Bibliografia: Dalla Vecchia 2008; Bon et alii, 1991; Bressan 1987a; Dal Piaz 1928; Fabiani 1919; De Gasperi 1912a; Gortani 1908.
Depositi materiale
Situazione dei materiali: parzialmente conservati
Denominazione deposito: Circolo Speleologico e Idrologico Friulano; Museo Friulano di Storia Naturale
Indirizzo deposito: via A. Diaz n. 58, 33100-Udine; via Sabbadini n. 22-32, 33100-Udine.
Note
Non del tutto verificata risulta l'attuale consistenza dei materiali faunistici conservati nei due depositi. In alcuni casi i materiali originariamente conservati presso il Circolo Speleologico e Idrologico Friulano sono stati trasferiti nelle collezioni del Museo Friulano di Storia Naturale.Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Stratigrafia: no
Area indagine: parziale
Settore: indagini 1912
Cronologia: Pleistocene-Olocene?
Materiali
Paleontologici: resti riferibili ad un individuo di Gulo gulo (già Gulo luscus) (5 frammenti: 1 ramo mandibolare sinistro con il quarto premolare e il primo molare; parte di 1 ramo mandibolare destro con il canino, il quarto premolare ed il primo molare; 1 canino superiore destro; 1 frammento del canino superiore sinistro; parte “dell’osso incisivo sinistro”), resti di Ursus spelaeus, Vulpes vulpes (già Canis vulpes) e Arvicola sp.
Bibliografia: Muscio 2020; Dalla Vecchia 2008; Bon et alii 1991; Bressan 1987a; Dal Piaz 1928; Fabiani 1919; De Gasperi 1912a, b.
Depositi materiale
Situazione dei materiali: parzialmente conservati
Denominazione deposito: Circolo Speleologico e Idrologico Friulano; Museo Friulano di Storia Naturale; Museo di Geologia e Paleontologia dell'Università di Firenze; Museo di Geologia e Paleontologia dell'Università di Padova
Indirizzo deposito: via A. Diaz n. 58, 33100-Udine; via Sabbadini n. 22-32, 33100-Udine; via G. La Pira n. 4, 50121-Firenze; Palazzo Cavalli, via Giotto n. 1, 35121-Padova
Note
I resti di Gulo gulo (ghiottone) risultano in parte dispersi. La mandibola risulta attualmente conservata presso il Museo di Geologia e Paleontologia dell'Università di Firenze ove venne forse trasferita nel periodo compreso tra le due Guerre Mondiali quando il Circolo trovò provvisoriamente sede a Firenze. Un canino esaminato da Dal Piaz (1928, p. 29) all’Istituto di Geologia di Padova è plausibile ritenere sia qui conservato. Quanto ai resti di Ursus spelaeus non del tutto verificata risulta l'attuale consistenza dei materiali faunistici conservati nei depositi del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano e del Museo Friulano di Storia Naturale. In alcuni casi i materiali originariamente conservati presso il Circolo sono stati trasferiti nelle collezioni del Museo Friulano di Storia Naturale.Data
Anni Cinquanta e Sessanta del NovecentoAutore
Circolo Speleologico e Idrologico FriulanoConservati
SiPubblicati
SiNote
Rinvenimenti occasionali effettuati nel 1958 e 1961.Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Stratigrafia: no
Area indagine: parziale
Cronologia: Pleistocene-Olocene
Materiali
Paleontologici: resti faunistici relativi a: Ursus spelaeus, Ursus sp., Mammiferi indet., Carnivori indet., Micromammiferi indet. (Glis glis?), Chirotteri indet.
Bibliografia: Dalla Vecchia 2008; Bon et alii 1991; Bressan 1987a.
Depositi materiale
Situazione dei materiali: conservati
Denominazione deposito: Museo Friulano di Storia Naturale
Indirizzo deposito: via Sabbadini n. 22-32, 33100-Udine
Note
Non trova riscontro nelle collezioni del Museo Friulano di Storia Naturale la presenza di resti riferibili a Ursus arctos e Meles meles citata da Bon et alii (1991, p. 212) e Dalla Vecchia (2008, p. 286).Descrizione e rilievo
Breve descrizione del percorso d'accesso
La Grotta di Viganti si apre con un ampio portale, a 540m s.l.m. sui Monti Bernadia (Tarcento), ai piedi di una parete calcarea sottostante le case di Borgo Vigant, al termine di una valle chiusa che si sviluppa in terreni eocenici.
Descrizione dei vani interni della cavità
Le prime esplorazioni della cavità iniziarono nel 1896 con l'intento di indagare dal punto di vista idrografico quella che diventerà successivamente una delle zone più interessanti del Friuli, e durante ulteriori indagini, svolte nel 1904 e nel 1912, vennero rinvenuti numerosi resti di fauna risalente all'ultima fase glaciale.
La grotta, formata da un insieme di gallerie e di pozzi di modeste dimensioni (a parte i due maggiori, profondi circa 40m l'uno), inghiotte nei periodi piovosi le acque del Rio Tanaloho che poi, attraverso un sifone lungo 32m e posto alla profondità di 248m, smaltisce nella sottostante Grotta Pre-Oreak. In occasione di piene eccezionali quest'ultima viene completamente invasa dalle acque che si gettano poi nel Torrente Cornappo.
L'esplorazione del sifone che congiunge le due cavità, avvenuta negli anni 1963-1965 ad opera dei subacquei della Commissione Grotte "E.Boegan", risolse un problema idrologico che aveva appassionato varie generazioni di studiosi. Nello stesso periodo la Commissione Grotte completava il rilievo dell'abisso, scoprendo nel contempo un nuovo ramo, non percorso da acque correnti, che, partendo dalla profondità di 160m, porta all'inizio della galleria terminale, alla profondità di 208m: questa nuova via permette ora di raggiungere il fondo della cavità evitando il tratto intermedio, piuttosto scomodo per la presenza in ogni stagione di acque correnti.
Alla fine del 1977 l'Associazione Friulana Ricerche ha scoperto un secondo ramo fossile il cui rilievo è stato aggiornato dal Gruppo Triestino Speleologi nel 1984.