78 | Grotta di Ternovizza
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta di Ternovizza
Nome principale sloveno: Jama v Hribih
Numero catasto: 78
Numero catasto locale: 242VG
Numero totale ingressi: 2
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 31/08/1999
Affidabilità posizione: 1º gruppo riposizionamento regionale su CTR 1:5000 (1999)
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Duino Aurisina / Devin Nabrežina Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale Lat. WGS84: 45,7678922 Lon. WGS84: 13,71500889 Est RDN2008/UTM 33N: 400085.154 Nord RDN2008/UTM 33N: 5069062.114 Quota ingresso: 275 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 470 m
Profondità: 95,2 m
Dislivello totale: 95,2 m
Quota fondo: 179,8 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
Dal paese di Ternova si prende la carrareccia a nord del paese. Percorsi 700 metri circa l'ingresso è ben visibile sulla destra.
Descrizione dei vani interni della cavità
La grotta venne visitata già verso la metà del secolo scorso da parte di Hanke e per un certo tempo venne indicata con il nome di grotta Georg Schneider. Durante la prima guerra mondiale gli austriaci la unirono per mezzo di una breve galleria ad una caverna vicina, la Peica Jama, che del resto doveva un tempo esser già in relazione con essa. Attualmente si accede appunto da questa parte per una scalinata rudimentale, giungendo in breve ad un ballatoio che si affaccia su di un pozzo verticale fiancheggiato da massicce colonne, dove giunge la luce dell'altro imbocco.
La grotta è senz'altro una delle più belle del Carso e, dopo il pozzo, si sviluppa con una lunga galleria discendente di belle proporzioni, nella quale si ammirano alcune poderose formazioni calcitiche, tra le quali l'ormai famoso Organo; la galleria porta ad una vasta sala, che rappresenta la parte più suggestiva di tutta la cavità: enormi pilastri creano varie prospettive ed il suolo è formato da colate di notevole spessore, disseminate di molti bacini d'acqua di ogni dimensione.
AGGIORNAMENTO del 1992:
iniziando a percorrere la galleria che si estende alla base del pozzo, si nota sulla sinistra un insieme di cunicoli e brevi rametti tra loro intercomunicanti. Da uno di essi si eleva un alto camino inclinato con la morfologia tipica di una condotta forzata. Risalendo completamente in arrampicata (difficoltà di IV grado, sono stati usati chiodi e ponti naturali sulla volta come punti di sicurezza) si sbocca nel pozzo d'accesso ad un'altezza di 18m dal suolo.